La stanchezza di Mazzarri

6 Febbraio 2012 di Federico De Carolis

di Federico De Carolis
Ha 31 punti il Napoli, dopo il pareggio di San Siro. All’inizio del campionato l’avevamo indicato come possibile antagonista di Milan, Inter e Juventus. L’Inter si è perduta, il Napoli arranca a 14 punti dalla vetta e ha già detto realisticamente addio allo scudetto. Mazzarri, un tecnico che va rispettato per quel che è riuscito a fare in questi anni in una piazza difficile, ha dato per gli insuccessi della sua squadra una giustificazione che non convince molto.
Sostiene infatti che l’alternarsi di sconfitte e vittorie abbia una sola ragione, che si chiama stanchezza. Su questa giustificazione non si può essere assolutamente d’accordo. Guarda caso il Napoli, nonostante la stanchezza che lo affligge e lo porta a quegli alti e bassi che non possono condurre alla grande esaltazione finale, non perde contro i grandi avversari (vedi il pareggio di ieri a Milano), ma si affloscia con le squadre di media e bassa classifica. In Italia siamo abituati a non chiamare le cose per nome. Quella stanchezza, cui ci si riferisce sin troppo spesso, atleticamente non esiste come hanno sostenuto e sostengono grandi tecnici e grandi preparatori atletici nazionali e internazionali. Può esistere proprio una stanchezza psicologica che spesso porta a un crollo totale per almeno un ciclo di partite. Al Napoli questo non è successo, anzi è accaduto il contrario. Nel susseguirsi di grandi impegni, la squadra ha sempre risposto con grande orgoglio e professionalità, la partita con la Juventus è in questo senso esplicativa. Non ha fatto la stessa cosa con il Bologna, tanto per fermarci all’ultimo stop casalingo, e non l’ha fatto con altre piccole squadre. Non è stanchezza da Champions o da eccesso di gare disputate, non è mancanza di tempo da dedicare agli allenamenti, ma solo capacità di calarsi in esigenze neppure eccessivamente nuove che i tempi e le tv hanno proposto da qualche anno e alle quali le grandi squadre si sono adeguate da tempo, mentre il Napoli, tornato nel calcio che conta da poco, non è magari riuscito a adeguarsi. Se ricomincerà a lavorare con umiltà su questa tesi, forse non sarà perduto neppure il reingresso in Champions che difficilmente potrà arrivare quest’anno dal successo finale, che peraltro nessuno pretende. Insomma, se Mazzarri pensa davvero che il Napoli sia più stanco degli avversari è meglio che vada in una squadra con minori ambizioni.

Federico De Carolis, 6 febbraio 2012

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