La scoperta dei Röyksopp

2 Febbraio 2023 di Stefano Olivari

Non sempre il fanatismo musicale riguarda gli idoli dell’adolescenza, perché noi i Röyksopp li abbiamo scoperti circa 20 anni fa, quando l’adolescenza era già un lontano ricordo, e non ce ne siamo più staccati: li ascoltiamo quasi ogni giorno, come minimo li usiamo per quei 10 minuti di tranquillità solitaria. Ogni loro disco è ipnotico, pieno di citazioni (quelle che avrebbe colto anche nostra nonna: Kraftwerk, Air, Pet Shop Boys, Moroder, ma non solo) e soprattutto di uno stile. Li vedemmo dal vivo al Rolling Stone quando era già uscito da tempo il bellissimo Melody A.M. Quella sera fecero tutto The Understanding, l’album dove c’è la loro canzone più famosa, What Else is There?, davanti ad un pubblico preparatissimo, che li aveva già conosciuti al Tunnel.

Ma questo è il passato, mentre il presente dei due amici di Trømso è la trilogia Profound Mysteries, dopo 8 anni in cui nella sostanza avevano fatto soltanto remix. L’ultimo dei tre album è uscito lo scorso novembre e gli ingredienti sono i soliti: cantanti (donne) a rotazione, alternanza di stili, dal quasi folk (ma è vietato il paragone con i coevi Kings of Convenience) alla dance, un sound unico che nel mondo del synth-pop sembra quasi impossibile, quel qualcosa di ossessivo e di teatrale che ci ha preso fin dall’inizio e che secondo noi non ha precedenti né imitatori nel presente. Un capolavoro, definizione che non si può certo dare ai loro album dopo i primi due.

Ma come al solito volevamo dire altro. Come abbiamo scoperto la musica di Svein Berge e Torbiørn Bruntland? Sì, c’era già internet ma all’epoca non ascoltavamo musica su internet (non esisteva nemmeno l’iPod) né eravamo iscritti a qualche forum musicale. Recensioni lette da qualche parte? Dubitiamo di averne letta una su un gruppo norvegese al suo primo disco, è probabile che qualche amico ci abbia fatto sentire una loro canzone e che da lì poi abbiamo approfondito. In altre parole, gli influencer ci sono sempre stati ma una volta avevano meno mezzi a a disposizione. Come in molti altri casi una volta non era ‘meglio’, eravamo soltanto più giovani noi.

Più interessante ancora è il discorso sulle novità, visto che prima di diventare famosi in tutto il mondo i Röyksopp all’inizio erano una novità, come tutti. Quanto è difficile appassionarsi musicalmente (e non solo) davvero a qualcosa/qualcuno di nuovo dopo i 40 anni? A noi non è mai, o ancora, successo. Applausi a chi è bravo, sappiamo apprezzarlo anche oggi, ma le emozioni hanno bisogno di trovare cuori giovani o comunque non troppo vecchi come eravamo noi agli esordi dei Röykssop.

stefano@indiscreto.net 

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