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Calcio

La polizza di Allegri

Libeccio 17/09/2012

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Il Milan ha un punto in più  dell’anno scorso e questo è sufficiente a Galliani per presentarsi alla stampa e dire “Siamo sereni. La situazione migliorerà sicuramente. Allegri non è in discussione e la società lo sostiene come sostiene la squadra. Questo mi ha detto di riferire Silvio Berlusconi invitandomi ad essere vicino alla squadra”. Quindi se l’azionista di maggioranza palesa questa tranquillità lo stesso dovremmo fare noi che nel Milan e in nessuna altra squadra mai abbiamo messo un euro. Del resto va riconosciuto (pur essendo noi lontanissimi dal “mondo” del Biscione, in ogni senso) che è una prerogativa del Milan di epoca berlusconiana tenere dritta la barra anche in occasioni in cui verrebbe voglia di sterzare su ogni cosa. Tenere la calma, dare tempo per elaborare il cambiamento, infondere fiducia anche quando ogni cosa indurrebbe ai protagonisti di perderla del tutto. E’ accaduto in diverse occasioni e sempre alla fine questa politica ha pagato dando ragione a Galliani che del calcio italiano è forse il più vecchio ed esperto dirigente (almeno fra quelli non radiati). Alla fine poi chi è fonte del suo mal pianga sè stesso, un adagio popolare che perfettamente si attaglia al Milan di questa occasione. Siamo agli inizi del campionato, ogni cosa può essere recuperata e il Milan potrebbe alla fine anche vincerlo, magari comodamente (lo abbiamo dato terzo nelle previsioni di qualche settimana fa). E il Milan causa del suo male lo è di sicuro. Ha smembrato la squadra, ceduto i pezzi migliori e forse è poco parlare di pezzi migliori. Ha ceduto Ibrahimovic, che anche secondo i suoi antipatizzanti è uno dei tre più forti al mondo, (con Cristiano Ronaldo e Messi), anche se forse il problema maggiore si è creato con Thiago Silva,  che pur essendo sopravvalutato (adesso che è lontano dall’Italia nessuno dice più che si tratta del miglior difensore del pianeta) come singolo pesava nell’economia della squadra ancora di più di Ibra. Dopo quelle due cessioni (unite alle altre che hanno sfoltito la vecchia guardia) il Milan si è trovato nudo, senza identità, senza personalità, con molti giocatori esclusivamente muscolari oppure di tasso tecnico molto più basso di quanto stimato. L’impianto precedente era tale che giocatori altrimenti normali come Nocerino o Boateng venissero considerati marziani perchè effettivamente erano diventati marziani. Ma era una marzianità di luce riflessa, indotta dai due marziani veri e da qualche altro ex marziano che ancora pesava negli equilibri della squadra. Ora sono tornati giocatori normali, onesti pedatori (Boateng magari un grande pedatore), ma nulla di più. Non giocatori ai quali si può chiedere di risolvere una partita quando si fa incandescente o difficile oppure di prendersi la squadra sulle spalle. Ai problemi tecnici si aggiunge la gestione del caso Pato. Che è un problema di oggi ma anche di ieri: con la sua cessione al PSG lo scorso gennaio, ormai perfezionata prima che la famiglia Berlusconi dicesse no, e l’arrivo di Tevez per Allegri sarebbero stati due scudetti in due anni, roba da Capello. Invece adesso siamo a parlare di esonero, un esonero in cui non crediamo visto che a Berlusconi fa comodo che Allegri metta la faccia su una stagione così così. La polizza assicurativa di Allegri è proprio questa. Alle problematiche fisiche si sono aggiunte questioni di altro ordine, con ruggini e veleni che sono diventati esiziali in una squadra dove la qualità tecnica media dei singoli è calata. La Champions dirà se il Milan è ancora in partita oppure se ne è fuori, dal punto di vista psicologico prima ancora che tecnico (perché Bonera non sarà mai Nesta, nemmeno con tutte le motivazioni del mondo). Inosmma, al momento Allegri è al sicuro perchè la proprietà sa benissimo che ha scarse colpe. Deve ricostruire una squadra, il suo spirito, cementarla, darle un gioco che sia efficace e collettivo. Non poco, a pensarci (lo stesso che sta facendo il suo dirimpettaio cittadino, con risultati alterni). Solo se la situazione degenera Allegri rischia, ma è difficile che al Milan le situazioni degenerino oltre un certo limite.

Libeccio, 17 settembre 2012

 

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