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Attualità

La Ferrari-Apple di Jony Ive

Stefano Olivari 28/09/2021

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Jony Ive lavorerà per la Ferrari e questa è una notizia che non lascia indifferenti noi appassionati del mondo Apple, comunque rispettosi della storia di un grande marchio italiano come quello controllato dalla Exor degli Elkann-Agnelli. Perché Jony (all’anagrafe Jonathan) Ive non solo è stato capo del design di Apple dal 1997 al 2019, mettendo la sua firma ed il suo stile su tutti i prodotti che amiamo, dall’iPhone all’iPad, cosa che già basterebbe per consegnarlo ai posteri, ma è stato senza dubbio il principale interprete della filosofia di Steve Jobs. Impossibile da spiegare al popolo, pur rispettabile, dello “Io ho uno Xiaomi che funziona benissimo”.

Il designer inglese era arrivato alla Apple 1992, quindi nel periodo in cui Jobs era stato allontanato dopo avere perso con il CEO Sculley una guerra di potere ma anche ideologica (Jobs voleva per il Macintosh un sistema chiuso o comunque alternativo al mondo PC, Sculley no), ma la sua stella cominciò a brillare quando il fondatore tornò in sella. Il suo primo grande colpo fu l’iMac, introdotto nel 1998: si deve ad Ive il suo memorabile involucro di plastica. Dopo sarebbero arrivati iPod, iPhone e tutto il resto.

La simbiosi fra Jobs e Ive era ad un livello tale da generare nei dipendenti Apple leggende fantozziane come quella del corridoio segreto che univa i loro uffici a Cupertino, come se un loro incontro fosse qualcosa di strano. Certo è che anche dopo la sua uscita Apple ha continuato a prosperare, sia pure sempre basandosi su miglioramenti a prodotti disegnati da Ive e dal suo team, ma il suo tocco rimane e rimarrà anche solo livello di mito. Del resto la Ferrari è la Ferrari non per i recenti risultati in Formula 1 ma per tutta la sua storia.

Alla Ferrari Ive e il socio Marc Newson non si occuperanno soltanto di auto, anche se delle auto Ive è un grandissimo appassionato, collezionista in particolare di Aston Martin e Bentley. L’obbiettivo è quello di aggredire il mercato del lusso, con qualcosa di più cool della paccottiglia da merchandising asiatico che si vende da sola, e di sicuro la Ferrari ha scelto il migliore. Che come tutti i migliori è passato anche da insuccessi, non a caso amati quanto i successi: su tutti la memorabile seconda generazione di Apple Newton, purissimo spirito anni Novanta, quando ancora il web non dominava le nostre vite e addirittura prendevamo appunti. Adesso prenderemmo questo: comprare azioni Ferrari.

 

 

 

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