La condizione dei non dopati

10 Giugno 2008 di Stefano Olivari

Più concreto ci sembra il discorso sulla condizione atletica. Chi per tutto l’anno si è trascinato per il campo, più per usura e declino naturale che per situazioni contingenti, non è risorto per magia a Berna. Per certi aspetti meglio così, vuol dire che non siamo dopati. Materazzi è stato il tremendo Materazzi di Champions, avrebbe potuto salvarsi in una partita con tanti cross dalla tre quarti (cioé quello che fanno le piccole in campionato contro l’Inter) ma purtroppo per l’Italia Kuijt e Sneijder sono andati sul fondo quando hanno voluto e la futura colonna della squadra di Mourinho (si sta discutendo del prolungamento del suo contratto, ma forse abbiamo capito male) ha rimediato una brutta figura sia in queste situazioni che palla a terra sui ribaltamenti. Panucci ha la giustificazione del mezzo infortunio di settimana scorsa, non era l’ultimo Panucci della Roma, ma Sneijder lo ha ridicolizzato e lui non ha avuto la forza per andare in appoggio e almeno costringere l’avversario diretto ad un lavoro in più. Zambrotta è sembrato atleticamente meglio dello Zambrotta del Barcellona, ma il nuovo colpo di Bronzetti è comunque molto giù: imbarazzante contro Kuijt, l’ha aiutato più Di Natale di Ambrosini. Barzagli morbido ma abbastanza fresco: la sua è sembrata soprattutto una crisi di fiducia, ha terminato malissimo senza nemmeno attaccarsi all’orgoglio. Quanto al centrocampo, chi ha visto tante volte il Milan nell’ultima stagione non può soprendersi di un Gattuso all’ammazzacaffé, più che alla frutta, ma che però ha lottato con dignità, di un Ambrosini che se non attacca gli spazi è un giocatore di seconda fascia, e di un Pirlo che si gestisce di classe pura, ma che di fatto adesso è solo un grande kicker. Rinunciare a De Rossi stato forse (mettiamo sempre il forse, perché non è possibile che un giornalista o un tifoso conoscano tatticamente il calcio meglio di chi lo vive da dentro) il vero grande errore di Donadoni, inoltre uno fra Perrotta e Aquilani avrebbe portato più corsa e supporto ad un trio d’attacco poco ispirato. Quello che si è visto nel 2007-2008 dice questo, poi magari considerazioni di familiarità ed affiatamento fra compagni di club hanno prevalso su quelle fisiche e tecniche. Lottatore Toni, ma siamo alla poetica del generoso Graziani, indisponente Camoranesi (già definito ‘italo-argentino’ da qualche commentatore, giocando bene tornerebbe automaticamente italiano), con più fuoco sacro Di Natale: pericoloso due volte al tiro e umile nella diagonalona che non ha impedito a Sneijder il raddoppio, ma lontano dai suoi livelli. E meno male che c’era Buffon, in ogni caso…Il discorso atletico, prima ancora che tattico, è stato confermato dai cambi: a livello di movimenti Del Piero ha fatto un figurone, così come Grosso è sembrato per qualche minuto quello di Germania 2006: anche nel loro caso confermate le tendenze della stagione, nessuno è risorto all’improvviso. La cosa drammatica è che qualcuno però è peggiorato.

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