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Calcio

Juventus, lo scudetto di Sarri

Stefano Olivari 10/05/2021

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È peggio Andrea Pirlo o chi in estate esaltava il suo calcio e le grandi innovazioni? Parliamo di un allenatore che prima della Juventus aveva allenato per un totale di zero minuti, Pulcini e tornei aziendali compresi. Il disastro contro il Milan non ha deciso il suo futuro, che era stato già deciso prima a prescindere da quello di Agnelli, ma ha detto molto su quello di Cristiano Ronaldo, mai così distante emotivamente dalla squadra in una stagione sì negativa, però negativa per i suoi standard visto che ha segnato 34 gol e molto spesso è sembrato l’unico in campo ad arrabbiarsi, insieme (ma a bordocampo) a Tudor, Baronio e Buffon. Poi ha fallito quasi tutte le partite della possibile svolta, tranne quella con il Barcellona, ma in un mondo giusto dovrebbe avere un ingaggio di 100 volte superiore a quello di Rabiot, mentre invece è di poco più del quadruplo. Via Pirlo, via Paratici e trovando un compromesso via Cristiano Ronaldo, la Juventus rimane una squadra da scudetto e anche relativamente giovane. Come in mano a un Sarri dimezzato, come era il Sarri post lockdown, da scudetto sarebbe stata anche questa Juventus.

La Salernitana ha conquistato la promozione diretta in serie A, dopo il 3-0 al Pescara del salernitano Grassadonia, la cui figlia era stata aggredita ieri proprio a Salerno da tifosi locali, per preparare la partita nel modo giusto. Com’è che si dice in questi casi in giornalistese? Non erano veri tifosi. Comunque a questo giro Lotito dovrebbe sul serio essere costretto a vendere la Salernitana, formalmente nelle mani del figlio e del cognato Mezzaroma, per evitare la doppia proprietà. Quello di Gravina sarà stato il solito penultimatum? I Della Valle (!) avevano l’anno scorso smentito qualsiasi interesse, ma dopo la Fiorentina il calcio è un tarlo che gli è rimasto, visto che diversi altri club con proprietari in bilico (la Sampdoria, per dirne uno) sono stati accostati a loro. Visto che uno può accettare di vendere, ma gli acquirenti non si possono inventare, la curiosità è per quale escamotage si inventerà Lotito entro fine giugno. Un parente oltre il quarto grado, magari.

Seguendo su DAZN l’ultima giornata del campionato di Serie B, ci ponevano una domanda, visto che stiamo parlando di partite alle 14 di un lunedì teoricamente lavorativo: al netto dei convegni e del sogno che non si deve spegnere, quale è esattamente il profilo di tifoso-appassionato che i dirigenti della Serie B hanno in mente? Disoccupati? Studenti con didattica a distanza? Casalinghe? Pensionati? Perché gli strampalati discorsi sul ‘prodotto calcio’, quelli che prescindono dai tifosi, si dimenticano poi di chi questo prodotto dovrebbe comprarlo. Ti danno più soldi i tossici della Salernitana o del Lecce o i tiepidi estimatori della ‘Bundes’?

A proposito, il Bayern Monaco ha vinto il suo nono campionato consecutivo, ma Rummenigge e il suo successore (da dicembre) Kahn hanno puntato su un allenatore che già allena, come Nagelsmann. Com’era quella cosa che la Super League uccide il sogno? Tutti gli appassionati di Bundesliga, al di là del limitato dispiacere per i (giustificati) tradimenti della moglie, sanno che nelle 9 stagioni dal 1968-69 (primo titolo di Bundesliga del Bayern, il secondo considerando il calcio tedesco prima del 1963) al 1977 (partenza di Franz Beckenbauer per i Cosmos), i bavaresi con Maier, Breitner, Gerd Muller, Schwarzenbeck, Hoeness, Beckenbauer e ad un certo punto il giovane Rummenigge vinsero soltanto 4 campionati, insieme a 3 Coppe dei Campioni e varie altre cose, in un caso arrivando addirittura decimi. Come a dire che era più equilibrata la Bundesliga quasi tutta per tedeschi, con una Coppa dei Campioni riservata ai campioni. Tutto questo per ribadire che la Super League sarebbe stata sì uno schifo, ma culturalmente non peggio della Champions.

Auguri a Barbara Berlusconi, in attesa del quinto figlio. Non si può dire che sia stata il miglior dirigente nella storia del Milan, ma allo stadio di proprietà ci era arrivata, prima che il padre e Galliani già in uscita rovesciassero il tavolo.

Sono le 18 di lunedì 10 maggio e avremmo tante altre cose calcistiche da commentare, ma lo faremo nella puntata di domani sera, perché un punto bisogna metterlo. Vi lasciamo non con l’ennesimo scenario Inter dopo il freddo incontro di oggi pomeriggio di Zhang con la squadra, ma con una banale considerazione ed un’anticipazione. La banale considerazione è che Zhang non possa far passare come atto di buona volontà la rinuncia a due mensilità, sarebbe già un regalo (sia pure con con precedenti in altre squadre) accettare di riceverle in stagioni future: se non ha i soldi per fare il padrone dell’Inter che facesse altro. Difficile poi che Conte possa accettare una squadra ridimensionata, ma di questo parleremo più avanti. Sicuro invece che l’allenatore per la sua uscita di scena, dopo Inter-Udinese, abbia in mente una cosa spettacolare.

 

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