Jannik Sinner, il futuro roseo del tennis azzurro

Il Next Gen italiano più forte di sempre

15 Settembre 2022 di Redazione

Un fenomeno anche nelle avversità: Jannik Sinner è questo e molto altro ancora. Il next gen italiano più forte di sempre, colui che rappresenta il futuro del tennis azzurro, è un talento precoce che sta bruciando le tappe. Impugnata la racchetta alla tenera età di 8 anni, con la supervisione dei maestri Heribert Mayr e Andrea Spizzica, nel 2016 vince il suo primo incontro da professionista, nel 2018 entra per la prima volta a far parte del tabellone della classifica mondiale, occupando la posizione numero 1592, e nel 2019 conquista l’ATP 250 di Sofia. A soli 19 anni l’altoatesino ottiene dunque un risultato di grande prestigio, che fa il paio con la finale persa contro il polacco Hurkacz durante il Masters 1000 di Miami del 2021. In 37 anni di storia di questo torneo Sinner è stato il primo azzurro a spingersi così in là, a un passo dalla vittoria finale.

I punti di forza dell’altoatesino – Sinner, il più giovane tennista italiano ad aver vinto un torneo ATP e l’unico italiano ad aver vinto 4 tornei ATP nella stessa stagione, è veloce, potente, razionale e ambizioso quanto basta per divenire, in un prossimo futuro, un campionissimo alla Djokovic. Se fino a ieri difettava a livello di concentrazione, poiché spesso staccava la spina nel corso sia di match proibitivi sia alla sua portata, questo oggi non sta più succedendo, come dimostrato dalla sua straordinaria rimonta nell’ATP 250 di Umago contro Alcaraz che è valsa il suo primo trofeo su terra rossa. L’altoatesino, insomma, ha capito che per fare la differenza nel tennis non basta il semplice talento, ma serve quella concentrazione che passa dal dormire con regolarità la notte prima di un incontro (le classiche 8 ore), al mangiare sano fino al pensare sano e dunque positivo. Pensare di essere il più forte della sua generazione dimostrandolo sul campo è e sarà la sua priorità finché non deciderà di non impugnare più la racchetta. Racchetta che oggi impugna decisamente bene, altrimenti non sarebbe mai riuscito a soli 20 anni a conquistare 6 titoli su 7 finali disputate. Solo i grandi ci riescono, e Sinner è uno di loro. Tennista abile quando si tratta di contrattaccare sfruttando il suo ottimo rovescio bimane eseguito in modo tale da favorire l’anticipo sulla pallina, il nativo di San Candido non dispone ancora del dritto e del servizio di Nole, a cui per caratteristiche tecniche assomiglia molto, ma ha dalla sua il fatto di sapersi muovere sul perimetro di gioco con leggerezza, il che gli permette di arginare le improvvise sfuriate avversarie. Infine, sa sfruttare bene il tempo a disposizione tra una risposta e l’altra, senza cercare per forza il colpo ad effetto ma andando il sicuro. Un’ottima caratteristica da affinare ulteriormente, per questo piccolo grande fenomeno che ha ancora ampi margini di crescita a disposizione.

 

Dove può arrivare l’italiano? Sicuramente lontano – L’eliminazione patita ai quarti di finale dello US Open 2022 da parte di Alcaraz, che ha avuto la sua rivincita dopo la débâcle croata, non potrà che fare bene a Jannik, che dovrà riflettere sui suoi errori soprattutto a servizio. Sconfitte contro avversari di questo livello sono necessarie per fare un ulteriore step, per migliorarsi e imparare a lottare sempre e solo per vincere. Tennisti del calibro di Feder, Nadal e Djokovic per diventare mostri sacri di questa disciplina sportiva in carriera hanno conosciuto importanti delusioni, come è successo recentemente all’altoatesino, che deve “resettarsi” al più presto. Il talento, lo sappiamo, non gli manca di certo, che lo aiuterà a raggiungere e forse a superare Adriano Panatta con i suoi 10 titoli ATP, di cui 8 su terra rossa, 1 su terra verde e 1 su cemento indoor. Dopo aver raggiunto un mito come Bertolucci, Sinner non può che lottare per conseguire questo traguardo, provando a diventare il più forte italiano di tutti i tempi ad avere impugnato una racchetta. Forse è presto, ma perché non darsi da fare per divenire il nuovo Nicola Pietrangeli? In fondo anche il tempo è dalla sua parte.

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