Il quarto anello di LeBron James

30 Settembre 2020 di Indiscreto

La prossima notte, alle 3 ora italiana, cominciano le NBA Finals fra Los Angeles Lakers e Miami Heat e non esiste nessuno che non pensi che si concluderanno con la vittoria della squadra di LeBron James, quindi con il quarto anello di un Prescelto che si è sentito scippato del titolo di MVP stagionale da Antetokounmpo e che diventerà uno dei pochi a riuscire nell’impresa di diventare campione con tre squadre diverse. L’unico però a riuscirci da superstar di riferimento.

Pensiamo a un 4-2 per i Lakers, con le due vittorie degli Heat in serate di tiro da tre particolarmente felici di Herro e Robinson, ma chiaramente tiferemo per la squadra di Spoelstra, e ovviamente di Pat Riley, fra le poche davvero allenate e capaci di essere più della somma dei singoli.

Si è molto parlato dell’infanzia drammatica di Jimmy Butler, ma nella NBA non è una rarità e la caratteristica principale del leader degli Heat ci sembra quella di essere l’unico di quelli veri nella lega a fregarsene delle statistiche del genere ‘Nella notte NBA quarta tripla doppia nella storia nella seconda partita di un back to back contro squadre della Eastern Conference che schierano sette giocatori con una media di almeno 3 assist a partita’. Il cuore con Butler, quindi, da super tifosi di Gary Payton non potrebbe essere altrimenti. E pazienza se negli highlights vanno il tiratore senza coscienza e lo schiacciatore demente.

Ai Lakers dovrebbe bastare un po’ di pressione sui tiratori e un trattamento speciale per gli uomini che sembrano in missione, su tutti Adebayo, ma puntando su squadre offerte dai bookmaker a 1,25 abbiamo perso così tanti soldi che forse a questo giro è meglio fare da spettatori e basta. Siccome ci piace scrivere e parlare prima, pur essendoci troppi maestrini (anche giornalisti!) del genere ‘Aspettiamo a giudicare’ (Allora andate a lavorare per un mensile, o meglio ancora un trimestrale), la domanda per i lettori è semplice: Lakers o Heat?

Chiudiamo con una piccola confessione. Nonostante il tentativo di fare gli snobbettini non abbiamo resistito al richiamo della foresta e di questa mezza stagione NBA abbiamo guardato tutto l’umanamente guardabile, senza preoccuparci per il pubblico finto che paradossalmente è sembrato più vero di quello NBA vero. E le inquadrature da videogioco sono adeguate al mondo di oggi, non riusciremmo più a farne a meno.

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