Il moralismo 2.0 pagato 5 euro

13 Gennaio 2012 di Marco Lombardo

di Marco Lombardo
Il fatto che una decina di dipendenti di una fabbrica della (ormai) famigerata Foxconn abbia minacciato di uccidersi saltando da un tetto dovrebbe essere di quelle che fanno scattare i moralisti anti-tech. Ovvero: Foxconn uguale Apple e dunque ecco l’ennesimo caso di schiavismo 2.0. E invece no, almeno in parte.
Perché questa volta l’episodio riferito da alcuni lavoratori dello stabilimento (i quali hanno rivelato che la settimana scorsa alcuni colleghi sono saliti sul tetto del dormitorio – un edificio a sei piani – minacciando il folle gesto) è legata alla decisione di chiudere la linea di assemblaggio della console per videogiochi Xbox. Ovvero Microsoft. Questo per dire che stavolta non si può titolare, com’è stato fatto in passato, “il lato oscuro della Mela” per denunciare le condizioni disumane in cui si lavora nell’azienda cinese (che tra l’altro – proprio alla cinese – da tempo fa firmare ai propri dipendenti un impegno a non togliersi la vita, pena ritorsioni sulla famiglia. Per la serie: il suicidio c’è? Eliminiamo il suicidio e non la causa), anche se la tentazione rimane. In pratica il problema non è Apple, Microsoft, e neanche Nokia e Dell, tutte aziende che si rivolgono alla Foxconn per far assemblare i propri prodotti. Il problema è che un’azienda che si rifiuta di pagare la buonuscita prevista ai dipendenti che licenzia dall’oggi al domani (per la cronaca alla fine un funzionario del governo li ha convinti a desistere), che sia hi-tech o no, che sia in Cina oppure in Europa, fa schifo. E questo alla faccia di chi si scandalizza quando c’è da sparare sulle aziende di tecnologia per poi magari pagare il collaboratore a cui ha chiesto il pezzo 5 euro. Lordi.


Marco Lombardo, 13 gennaio 2012 (fonte: Mediatech.pro)

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