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Il meteo ai tempi di Bernacca

Alvaro Delmo 14/05/2012

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Seguiamo poco le faccende di casa Windsor ma la notizia che il principe Carlo si è prestato per gioco – e con una certa ironia – a condurre una trasmissione della BBC sulle previsioni del tempo è curiosa e offre un interessante spunto di discussione.

Vederlo infatti spiegare quello che accade sopra le nostre teste, o meglio quelle degli scozzesi, ci ha fatto tornare con la memoria ai bei tempi dell’allora colonnello Edmondo Bernacca che conduceva la storica Che tempo fa, dando spiegazioni piacevolmente semplici a chi voleva conoscere l’evoluzione del tempo. Il tutto con la conoscenza della materia e senza affidarsi, come nel caso del principe così come di molti dei volti meteo odierni, a copioni scritti da altri.

E’ una storia interessante quella del meteo in televisione con la trasmissione – in origine chiamata Il tempo in Italia – condotta dapprima da Bernacca e quindi negli anni a seguire anche da Andrea Baroni e Guido Caroselli.  Per tutti diventò presto un appuntamento fisso prima del telegiornale delle 20 (l’orario è poi mutato). Indimenticabile in tal senso anche lo xilofono con intervento di flauti che in sigla facevano da sottofondo mentre veniva inquadrato un barometro.

Da ricordare quindi la mappa dove venivano descriti i movimenti delle perturbazioni ancor prima dell’avvento dei satelliti ‘meteosat’ (il primo fu lanciato nel novembre 1977) e delle elaborazioni grafiche introdotte nelle varie trasmissioni e che con gli anni hanno assunto un aspetto sempre più dettagliato.

Tra canali di alta e bassa pressione, aria calda, aria fredda e contrasti termici si imparava come si formavano gli ammassi nuvolosi e perché il tempo peggiorava. Relativamente alle temperature era poi curioso quando quelle di alcune città estere venivano definite come non pervenute (Bucarest era in tal senso tra le più gettonate), cosa impensabile nell’era di Internet.

In definitiva, tornando a Bernacca, Baroni e Caroselli (ultimo ad andare in pensione, lo scorso anno), oggi le previsioni del tempo ci sembrano se da un lato più precise, grazie ai computer che elaborano informazioni con una potenza all’epoca inesistente, senz’altro più fredde e meno appassionanti. Sarà la nostalgia, per dirla alla Sandro Giacobbe? Come sempre (o quasi).

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