Il materiale di Mancini

5 Settembre 2021 di Stefano Olivari

Non è ancora l’ora del disfattismo, ma pur giocando un calcio decente l’Italia di Mancini si è messa nelle condizioni di dover battere la Svizzera il 12 novembre per evitare la lotteria dei playoff (per andare al Mondiale bisogna superare due turni ad eliminazione diretta) ed il ritorno sulla scena dei resultadisti, quegli stessi che avrebbero fatto il po-po-po per Mondiali che Vicini, Sacchi e Maldini avrebbero vinto se i rigori fossero girati diversamente. E che in caso di sconfitta europea in semifinale avrebbero dato al Mancio giusto una pacca sulla spalla. Però Mancini sta lavorando bene, con un materiale umano moltissimo inferiore rispetto ai predecessori e che promette di peggiorare. Se non altro è un allenatore che ti fa tifare per l’Italia, almeno fino alla decima azienda di cui diventerà testimonial, e non è una cosa scontata.

2. La Nazionale ci ha fatto tradire Brasile-Argentina, che però è durata soltanto 6 minuti per la nota vicenda, con la partita interrotta perché quattro argentini non hanno rispettato il protocollo anti-Covid, dichiarando il falso (cioè non dicendo di provenire dalla Gran Bretagna). Di sicuro non esistevano i tempi per poter fare la quarantena, a riprova della demenzialità di queste finestre. Dedichiamo giugno e metà luglio alle nazionali e non parliamone più. Ci arriveremo? Stiamo per diventare ultras della Superlega.

3. Gazidis ha fatto marcia indietro sul prezzo dei biglietti per le partite del Milan in Champions League, dopo le tante proteste via social network ma anche tantissima demagogia: se questi biglietti sono troppo cari basta non comprarli e lasciare San Siro vuoto. Anche questa considerazione anti-demagogica è però a suo modo demagogica, perché il tifoso non è un cliente: nessun cliente rimane fedele ad un marchio e ad un prodotto, anche scadenti, come quello del calcio. Alla fine un po’ del sovrapprezzo Maldini-Massara ci sarà, ma meno del previsto. Non esiste comunque una soluzione in assoluto giusta, ma solo il tipo di tifoso che si ha come obbiettivo, il turista cretino con la quarta maglia ufficiale, il canottierato che vuole Neymar ma solo se si autoriduce l’ingaggio o un livello intermedio.

4. Il trionfo delle azzurre all’Europeo di volley, battendo in finale quella Serbia sembrata così superiore nel quarto di finale olimpico, ci ha dato una grande gioia visto che si tratta dell’unico sport in cui è più emozionante guardare le donne che il pim pum pam (Maurizio Mosca forever) degli uomini. Poi è chiaro che mediaticamente passa solo il messaggio Egonu mito-Egonu montata, a seconda del risultato e ormai anche delle opinioni politiche. Parlando di pallavolo non capiamo come possa essere la migliore giocatrice del torneo, visto che non è stata nemmeno la migliore dell’Italia (nettamente la Pietrini).

5. In attesa di Sinner-Zverev e Berrettini-Otte, che occuperanno tutta la nostra serata, due parole su Carlos Alcaraz che spesso come scommettitori abbiamo sopravvalutato senza tenere conto dei 18 anni di età, ma che domani si giocherà un quarto di finale agli US Open contro Auger Aliassime. Del Nadal coetaneo, confronto scontato, ha sicuramente il fuoco, la testa e anche un tocco che a Rafa raramente è stato riconosciuto. E come il Nadal di metà anni Zero sta arrivando sulla scena al momento giusto, con i vecchi moribondi (ai tempi di Nadal erano addirittura già morti) e la classe di età di mezzo non così forte. La battaglia con Tsitsipas, più di quella con Gojowiczyk, è stata una boccata d’aria nell’era dello sportivamente corretto, con i giocatori che si esultavano in faccia e si scambiavano parole ai cambi campo, cose assolutamente da Connors-Nastase. E l’ambiente di Flushing Meadows, ben diverso da quello turistico di Wimbledon (se ne è accorto anche Sinner contro Monfils), ama i gladiatori che conquistano la folla.

(11.44 di lunedì 6 settembre 2021, continua domani)

 

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