Televisione

Il finale di Squid Game 3

Stefano Olivari 10/08/2025

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Da qualche giorno siamo orfani di Squid Game, visto che con la terza stagione Netflix ha chiuso a fine giugno una serie di straordinario successo in tutto il mondo. Non spoileriamo il finale, magari possiamo parlarne nei commenti qui sotto (con l’avvertenza di non leggerli, per chi non avesse ancora visto), ma possiamo dire che le situazioni sono sempre molto forti e tutte riconducibili al conflitto fra disperazione, visto che quasi tutti i concorrenti sono lì nell’isola per pagare i debiti, e speranza. O, se vogliamo, fra egoistico istinto di sopravvivenza e umanità, come Gi-Hun, il concorrente 456, dice nel finale.

Una terza stagione che ci è piaciuta meno delle altre (la prima era stata la più vista nella storia di Netflix), con Hwang Dong-hyuk che ha alternato colpi di genio (la bambina che diventa concorrente su tutti), momenti fortissimi (la madre che uccide il figlio), momenti noiosi (alla fine anche la caccia di Jun-ho lo è, tutto questo casino per nemmeno chiarirsi con il fratello) e vuoti di sceneggiatura, con diverse sottostorie poco sviluppate o poco credibili.

Non avendo capito cosa volesse in definitiva Gi-hun, come pensasse di smantellare l’organizzazione facendo di nuovo il concorrente, i nostri personaggi preferiti sono stati le ragazze combattenti: da Cho Hyun-ju, trans e militare nei reparti speciali sudcoreani, alla guardia nordcoreana No-eul, che ha forse la storia più interessante di tutte, senza dimenticare lo spirito di sacrificio di Jun-hee. A parità di sollecitazioni e opportunità le donne risultano meno merde e meno cattive degli uomini: un po’ è fiction, un po’ è realtà.

Ci sarà una quarta stagione di Squid Game? Tutti quelli coinvolti nella produzione dicono di no, ma il cameo di Cate Blanchett, come reclutatrice, negli Stati Uniti fa pensare che Squid Game possa traferirsi in quell’Occidente da cui vengono i VIP mascherinati tipo Eyes Wide Shut che sono la metafora di tutti noi che sul divano ci ingozziamo di Cipster e San Carlo 1936 guardando sconosciuti che si battono per conto nostro. Di sicuro una serie che ci ha lasciato dentro qualcosa, diversamente dal 99% delle altre, anche di quelle che ci sono piaciute.

stefano@indiscreto.net

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