Atletica

I valori di Jacobs

Stefano Olivari 28/02/2022

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Marcell Jacobs ieri ha vinto i 60 metri ai campionati italiani indoor di Ancona, con un 6″55 che non lo ha soddisfatto ma che è tranquillamente da finale mondiale: in tre settimane, tanto dista Belgrado, la forma può soltanto migliorare. L’aspetto notevole della prestazione dell’oro olimpico è un altro, e cioè che ai campionati italiani si sia presentato, senza avere da guadagnare soldi o popolarità. Una scelta che gli fa onore e che stride con l’inesistente promozione dell’atletica che la FIDAL sta facendo dopo gli irripetibili 5 ori di Tokyo.

Detto che la copertina se l’è presa anche Zaynab Dosso, sempre nei 60 metri, facendo cadere dopo 39 anni il record di Marisa Masullo (il cui peso specifico era ovviamente superiore), di Jacobs vorremmo sottolineare ancora una volta come il successo non l’abbia travolto ma anzi l’abbia quasi divertito. Eppure nello sport quante cose valgono più della vittoria olimpica nei 100 metri? Pur con il phisique du role da reality televisivo, Jacobs sta monetizzando molto meno di quanto potrebbe e non ha cambiato nemmeno le abitudini di allenamento, visto che quando è in Italia si allena sempre sulla pista dell’Acqua Acetosa, a Roma, in mezzo agli amatori.

Fin troppo facile il confronto fra Jacobs-Rocky e Tortu-Apollo Creed, con tanto di pista dell’Arena di Milano privatizzata in alcuni orari, ma ci sta anche se Jacobs pur con il difficile rapporto con il padre non può essere considerato un outsider della vita. Di certo la FIDAL ma anche il CONI sempre pronto a pompare medagliette senza valore, come si è visto anche ai Giochi di Pechino, non stanno valorizzando un tesoro. Perché i 100 metri alle Olimpiadi non li vinceremo più.

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