Giochi Olimpici

I Giochi di Malagò

Indiscreto 22/01/2021

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L’Italia sarà esclusa da Giochi Olimpici di Tokyo? Gli atleti azzurri saranno ammessi, ma senza bandiera e senza inno in caso di medaglia? Il CIO non si immischierà nelle beghe politiche italiane? Di sicuro ciò che settimana prossima, mercoledì, uscirà da Losanna deciderà il futuro di Giovanni Malagò, che dopo aver collezionato una figuraccia dopo l’altra (anche se il più grande smacco è non poter più gestire i biglietti omaggio all’Olimpico) si aggrappa ai giornalisti amici, cioè quasi tutti, per sostenere che l’Italia sia uno stato semi-dittatoriale (purtroppo è vero il contrario: un qualunque cretino con 67 click può condizionare il futuro del paese) che lede l’autonomia del CONI e quindi dello sport.

Cosa sta succedendo, premesso che magari si parla del nulla visto che le Olimpiadi sono a rischio annullamento? In pratica Sport & Salute, ente statale che ha sostituito CONI Servizi, ha da due anni sottratto al CONI la gestione degli impianti e del personale (e quindi della maggior parte dei soldi), riducendo l’ente presieduto da Malagò a una funzione politica, di coordinamento delle federazioni e della preparazione olimpica. Cosa che peraltro avviene in moltissime nazioni democratiche del mondo, Inghilterra su tutte, con una struttura di costi e personale leggerissima. In altre parole, prima della riforma fortemente voluta dai 5 Stelle il CONI era quasi un ministero dello Sport mentre adesso si occupa in teoria soltanto di agonismo.

In attesa della decisione del CIO, che ci sembra difficile possa andare al di là di un blando richiamo all’Italia tanto per evitare una figuraccia a Malagò, sottolineiamo la quasi unanimità mediatica, trasversale alle varie posizioni politiche, come se il CONI non fosse una struttura per organizzare le competizioni ma una sorta di religione, con Malagò suo pontefice massimo ed i giornalisti suoi cantori, tipo gli inviati sul Vaticano con Bergoglio. Cosa non si fa per far parte del giro, soprattutto negli sport minori.

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