Svegliarino
Gran biscotto
Stefano Olivari 13/08/2008
Per essere una partita taroccata Italia-Camerun di calcio ha mostrato una quantità di falli cattivi degna di uno spareggio, ma questo non toglie che si siano visti pochi minuti veri sui novanta a cui ha avuto la sfortuna di assistere anche Blatter. Il fallo di mano di Bocchetti, il rigore parato da Viviano a Chedjou, il fallo da espulsione di Mandjeck su Nocerino, due mezze occasioni con Giovinco e Acquafresca: mezzora e poi il nulla, con tocchetti lenti che hanno dato ad entrambe il punto desiderato. Agli azzurrini per arrivare primi nel girone e incontrare Brasile o Argentina, soltanto (eventualmente) in finale, agli africani per qualificarsi ai quarti. I censori di Svezia, Danimarca, Olanda, Romania ed in generale di chiunque non ti legge e quindi non ti querela magari parleranno di prova intelligente, con energie risparmiate, ma di fatto abbiamo recitato alla perfezione la parte dei furbi. Tutto destinato ad essere dimenticato di fronte ad una medaglia, perché per quello che si è visto finora la strada verso la finale sembra percorribile: quarto con il Belgio ed eventuale semifinale con Nigeria o Costa d’Avorio, contro l’Argentina piaciuta moltissimo. Casiraghi può rimanere uno dei pochi (l’altro è Albertini, protetto dallo scudo stellare dell’Associazione Calciatori) superstiti dell’era Guido Rossi, per il momento si è lasciato alle spalle un Italia-Camerun discutibile anche senza bisogno di inchieste tipo quella di Beha e Chiodi.
Stefano Olivari
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