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Gli abitudinari che citano Steve Jobs

Anna Laura 06/02/2012

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di Anna Laura
Le abitudini sono una trappola per la libertà di pensiero. Il termine abitudine deriva da habitat, cioè luogo in cui si abita. Ovviamente conosciamo tutto del luogo che abitiamo. O meglio, diamo per scontato di conoscerlo e una volta che diamo per scontata una cosa smettiamo di osservarla.
E’ una presupposizione, deriva esclusivamente da noi, ma viene presa come verità da noi stessi. Tutto questo per dire che siamo abituati a considerare le cose in un modo abitudinario. Le idee che avevamo investigato, accettato, amato, sono diventate idee abitudinarie, idee che ci rassicurano nei nostri processi mentali riassuntivi dello stato dell’arte… Steve Jobs, un mito che usava l’abitudinarietà mentale? Assolutamente sì. La sua visione è ed era farlocca, ma viene venduta come dato di fatto, il che non è: “Il futuro sarà progettato dalla Apple in California e sarà assemblato in Cina” dimentica che ormai il Giappone produce più brevetti degli Stati Uniti, che la Corea ha raggiunto la Germania e la Cina si sta approssimando alla corea. Secondo il World Economic Forum gli Usa su sedici voci di riferimento sono dietro a Singapore in quindici, nella tutela della proprietà intellettuale e alla governance di impresa. Sono prima di Singapore solo nella protezione degli investitori. Figurano all’86° posto per i costi imposti dalla criminalità organizzata, al 50°per la la fiducia nell’etica della politica, al 42° per la credibilità dei bilanci. La speranza che abbiamo in uomini come Jobs sarà determinata dal nome? O dalla forza dell’abitudine? La caduta della competitività in Usa è stata cosi grande in cosi poco tempo che bisogna chiederselo. Siamo per spinta abitudinaria portati a considerarci migliori, ma la verifica è amara, amarissima. Basta vedere le figure che fanno i laureati nei quiz televisivi nostrani per vergognarci delle nostre scuole. Ma anche qui le considerazioni legate all’abitudinarietà sono da prendere in esame: sono la scuola e l’insegnamento o siamo noi che siamo migliori “a prescindere”? La visione di Jobs sa più di “tele-visione”, di spot. Nessuna visione che non sia verificabile nei fatti può sopravvivere ai fatti. Le abitudini che faticosamente avevamo costruito adesso costruiscono noi e il mondo in cui desiderano abitare. Una nuova aberrante degenerazione mentale che sosterrà il rimpianto, l‘amarcord, fino al risveglio, perchè un risveglio ci sarà…La forza delle abitudini tende a diminuire in assenza della materia prima: i fatti. Il rimpiangerle invece durerà , fatevene una ragione.

Anna Laura, 6 febbraio 2012

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