Garacinque dal divano

27 Maggio 2009 di Stefano Olivari

Uno dei mantra meno sopportabili del giornalismo sportivo è che ‘nelle grandi città e negli sport che non sono il calcio o vinci o è meglio lasciare stare’. Secondo questo schema mentale a Roma (Lottomatica eliminata ieri sera dall’ottima Biella, per una volta consistente in trasferta), ma anche a Milano visto che lo scudetto sarà vinto al 100% dalla Montepaschi, bisognerebbe lasciar perdere con il basket di alto livello e con tutte le discipline in cui non si possa ambire almeno alla finale per il titolo: volley, hockey ghiaccio, eccetera. Considerazioni del genere sono sempre nei computer dei professionisti della nostalgia (”Aaaahhh, la marcatura di Gallinari su Wright…”) e del gigantismo, ma servono giusto a far andare al PalaEur non più di 3mila persone per una decisiva garacinque. Uno spettacolo desolante, reso ancora più triste dalla grandezza dell’impianto. Ci ha ricordato certe partite del campionato greco, trasmesse dall’ottima Eurosport 2, quando l’Olympiakos o il Pana giocano in casa contro nessuno. E due giorni prima anche nel piccolo Palalido per una garaquattro fondamentale, perchè senza il canestro da tre di Katelynas una Milano involuta sarebbe poi probabilmente crollata a Teramo, c’erano vuoti incomprensibili. Lo spettatore superficiale, a meno che non viva in provincia e faccia quandi scattare meccanismi di appartenenza che prescindano dal fatto sportivo (è ovvio che Carmelo Anthony sia meglio di Aradori, è per questo Aradori che deve rappresentarti qualcosa), si è ormai convinto che valga la pena di lasciare il divano di casa solo per la finale.

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