Frenesia dell’antisportivo

3 Giugno 2013 di Oscar Eleni

EleniOscar Eleni dal limbo dei play off dove vagano smemorati quelli che promettevano tanto e mantengono poco. Ad esempio andare a trovare Tanjevic che è con la Turchia al torneo di Iesolo. Spiegare ai legaioli con strutto che il benefico anticipo alle 20 di molte partite è  stato tradito dal senso di noia dei redattori che non amano le  cose troppo lunghe, che non hanno mai avuto intenzione di dare al basket lo spazio che si merita. Colpa nostra. Promettevamo quello che ci era concesso quando eravamo almeno reggenti, non diciamo re perché  fa ridere. Ora siamo questuanti e alla Lega diciamo, per il futuro, che deve intervenire come organizzazione che procura beni, pubblicità, chiedendo che le finestre sul basket siano sempre spalancate. Utopia? Certo. Conoscendo gli uni e gli altri.

La musica rap dei play off, ogni giorno un evento, ogni notte una mezza sentenza, ci ha fatto andare fuori giri. Una sola certezza. Gli arbitri continuano ad essere una imbarazzante realtà. Altro che migliori d’Europa. Lo raccontino a chi va in palestra e non sa davvero spiegare come  si deve difendere. Michelini e Recalcati, con Fanelli e Dembinski cercano di essere comprensivi, ma è una fatica improba. Incomprensibili. Unica certezza questa frenesia dell’antisportivo. Si va dall’assurdo al comico. Contenti loro e chi li pilota, ma non il basket inteso come sport di contatto fra gente che le dà e le prende.

Nella sosta all’oasi giovanile ci siamo  esaltati vedendo la foto della festa dei ragazzi Virtus per la vittoria al campionato italiano under 19 di Udine. Gli occhi di Giordano Consolini, allenatore, maestro, padre, confidente, sono l’immagine che vorremmo sempre avere di chi va in palestra per far innamorare i ragazzi al gioco che hanno scelto. Ce ne fossero cento di Consolini in giro saremmo nel paradiso della palla a spicchi. No. Intorno a noi ci sono gli strateghi del passo indietro, delle gestioni ambigue, quelli che  vorrebbero far passare per  geniali gli scemi che si inchinano al loro passaggio con portafoglio ben in vista.

Siamo felici che nella casa della gloria FIBA, speriamo che loro, almeno, contrariamente all’italietta caciarona, abbiano un posto dove mostrare i loro campioni al mondo, siano entrati Cesare Rubini, soltanto nel  comune scricciolo milanese hanno deciso che non esiste impianto da dedicare, e il Vitale che ha fatto davvero cose importanti a Roma, in Europa.

Siamo perplessi davanti alla dichiarazione di san Belinelli che dice di essere molto interessato alla Nazionale, anche se la NBA viene prima. E allora?

Strana gente quella che frequenta le birrerie e vede Proli a colloquio con Banchi, che scopre uno dell’Olimpia nella borsa di Vitucci o nei pensieri di Trinchieri, tutta gente  da gran finale, nel laboratorio misterioso dove si nasconde il Pianigiani, nella sala d’attesa dove addirittura vedono passare Pini Gershon. Meglio guardare orizzonti più lontani.

Siamo d’accordo con Sacchetti che a Sassari faranno benissimo anche senza Travis Diener. Certo bisogna variare il tema lavoro, difesa. Si può fare. Diener in nazionale? I play off ci hanno detto che una partita ogni due giorni diventa veleno per la sua testa e i suoi muscoli raffinati. Certo la preparazione con Cuzzolin, magari insieme a Bargnani, potrebbe cambiare tante cose. No, non ridete.

Siamo affascinati dal viaggio verso la Cina dei dirigenti allevati dal Minucci. Oltre la muraglia la salvezza?

Pagelle della semina di giugno quando le vendemmie sembrano messe in pericolo da questa finta primavera, maledizione imprevista per chi voleva la cirrosi a tutti i costi.

10 A Giorgio BUZZAVO per come ha direto e organizzato la festa dei Maturi baskettari che,  magari, non lo hanno capito, ma forse si sono accorti che ci sarebbe un mondo da riesplorare se nella spedizione  entrano i Roberto Allievi, gli Edy Snaidero, ritrova una scintilla il Gilberto Benetton. Petrucci lo ha capito. Lui c’era e la Ghirada è una base anche se qualcuno sputa nei piatti.

9 Al VILLALTA che non trema davanti alla foresta Sabatini, che sembra aver trovato idee chiare e adesso considera  la vittoria della under 19, un successo che ripete il trionfo dell’anno scorso, il vero ponte verso una società con 4 milioni di budget disponibile che cerca di riaccendere le luci in città. Non ostacolatelo, non lasciate che l’astinenza da titolone rovini di nuovo tutto.

8 A Costas RIGAS, grande arbitro greco, buon direttore di macchina per i contestati arbitri ULEB dove hanno apprezzato più Cerebuch di Lamonica, dove Sahin vine almeno trattato con il rispetto negato dai chi  “sorteggia e sorgeggia” qui da noi, se entrando nella casa della gloria FIBA non andrà in confusione come i suoi colleghi italiani Facchini e Teofili che non trovano corrispondenza di amorosi sensi con gli uomini da mandare in campo. Danno tuti la colpa ai sorteggi. Balle. Cambiare le palline.

7 Ai GIOCATORI PAZIENTI che non si tolgono la maglia quando vengono sanzionati con falli intenzionali da giardino delle torture. In palestra ti urlano di essere aggressivo e quelli vogliono tutto il contrario. Difese col piumino. Avevano ragione i giocatori Armani. Scariolo fai causa.

6 Alla MENS SANA che cerca nuovi orizzonti puntando verso la Cina. Sarà anche vero che la dittatura ha stremato la concorrenza, ma, come si è visto,  ci si può ribellare se si hanno idee e voglia di mettersi a cercare, lavorare. Loro lo hanno fatto anche quando la montagna franava e voi che da mesi parlate di crollo della torre senese? Voi che che ci sfiancate con questa storia dei soldi in meno, dei soldi in più, di quello che manca, di quello che non ci sarà più.

5 Alla ZONA, difesa che sta decidendo troppe partite. Certo con gli arbitraggi che si subiscono è meglio stare lontani dalla tentazione di lottare duramente per avere un posto sul campo. Qui se cerchi l’anticipo e  ci si batte viene fuori il fischio casero, la boiata pazzesca. Dicono che anche al campionato under 19 ci sia stata  una bella scorpacciata  di zone. Forse sarebbe il caso di rivedere certi concetti. Mandateli a predicare il giusto questi allenatoroni della città proibita di Azzurra tenera.

4 Al PICCHETTO di piazza Stuparich che dava a venti il presunto passo indietro del Proli che impazza anche fra i poveri allenatori delle giovanili. Come i calzini c’è un  ricambio quasi annuale. Quote tropo basse. Furore pilotato, tutti hanno colpa, loro mai. Loro chi? Loro e loro lo sanno chi sono loro e anche voi che seguite le processioni del Proli e del suo seguito incontaminato dal vero sangue Olimpia.

3 Alle SOCIETA’ che sembravano sull’orlo del tracollo e poi si sono iscritte comunque al campionato. Ci ingannavano quando piangevano? Ci stanno ingannando anche adesso? Le regole garantiscono davvero che avremo una serie A professionistica senza fughe comiche?

2   Ai PALAZZI umidi per  gli sputi, i ragazzi spazzola che non  asciugano abbastanza. Nessuno che protesta. Ci sarebbe da dire e dca fare tanto aspettando finali in palazzi europei.  Forse basterebbe il collaudato sistema Porelli per chiedere la restituzione di soldi a chi te ne fa pagare così tanti con le multe. Vogliamo fare qualche conto? Ci sono squadre che con quelle cifre avrebbero potuto avere un vivaio discreto e, magari, uno straniero utile.

1 Al BASKET inteso come breve notizia da troppi giornali. Crudeltà e ingiustizia.  Certo che ci sentiamo colpevoli, ma anche vittime.

0  Alla FEDERAZIONE, a qualsiasi LEGA, se non troveranno un carta d’ingresso per la nuova Treviso di Vazzoler che nella partita finale di promozione in una serie minore ha mandato in campo anche Filippo Sales, il figlio del compianto Barone Riccardo che ancora sa gettare la palla nella canestra. Aprire le porte  a chi ha fatto davvero la storia e non ti racconta le solite balle.

Oscar Eleni, lunedì 3 giugno 2013

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