Svegliarino

Fognini solo semifinalista

Stefano Olivari 22/04/2013

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Quel presuntuoso di Fabio Fognini si era messo in testa, in un torneo importante come quello di Monte-Carlo (significativa la presenza di tutti quelli ‘veri’, tranne Federer, in un Masters 1000 non obbligatorio) di battere prima il numero 6 del mondo, tale Berdych, e poi il numero 9 Gasquet. E ci è anche riuscito, mostrando il miglior tennis della sua esistenza per continuità e varietà di soluzioni (anche a rete, con un numnero di discese molto superiore alla media). Poi Djokovic, coetaneo e numero uno del mondo, che mai come quest’anno può realizzare il Grande Slam, incattivito dall’infortunio alla caviglia in Davis e dal fatto di non avere mai vinto il torneo di casa (risiede nel Principato, in maniera ci dicono più veritiera di altri che pagano lo schiavo per accendere la lavatrice). Un Djokovic che lo ha piallato, senza se e senza ma, replicando nel primo set della finale che Nadal non ha perso 6 a 0 solo perché è Nadal. Con Fognini impotente e sfiduciato punto dopo punto, non proprio un atteggiamento strano in un avversario del campione serbo. Ma il miglior risultato della vita non gli ha evitato fischi italiani in loco, modesti come intensità e numero (siamo pur sempre nel tennis) ma comunque dolorosi. Rivolti alla prestazione in sé, non al solito Fognini smadonnante e dispersivo che peraltro a Monte-Carlo si era preso una settimana di riposo. Fischi, dunque. Un po’ come i pomodori per gli azzurri di Valcareggi al ritorno dei Mondiali del 1970, rei di avere perso contro il Brasile di Pelé. Cosa vogliamo dire, perché siamo legati alla moralina esopiana e scriviamo sempre le stesse cose? Che la cultura sportiva non dipende dalla disciplina seguita, anche se i gusti personali ci fanno avere un pregiudizio positivo nei confronti del pubblico del tennis e della pallacanestro. Un ignorante rimane tale, certe discussioni su chi è più forte fra Federer e Nadal hanno toni non distanti dalle nostre su Calciopoli. Così come i giudizi su un piazzamento diverso dalla vittoria, come ben sa la Pellegrini solo quinta ai Giochi Olimpici.

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