Figli o carriera

25 Marzo 2024 di Stefano Olivari

Cosa scegliere tra figli e carriera? Il ‘Di qua di là di oggi’ ci è stato suggerito da Lorenzo Musetti, che ha battuto Safiullin a Miami alla prima partita dopo la nascita del primogenito, che ci siamo goduti dal primo all’ultimo punto. Un fatto privato ma con importanza pubblica, visto che per mesi è stato usato per spiegare il cattivo 2023 del tennista più bello da vedere, per come la pensiamo noi, fra quelli forti. Stiamo infatti parlando del numero 24 del mondo, uno che se fosse un calciatore (o peggio ancora una squadra di calcio) sarebbe considerato una divinità grazie anche soltanto ai risultati nel suo orticello ma che sfortunatamente per lui si deve confrontare ogni settimana con il meglio del mondo.

Musetti è il pretesto per parlare di un tema personale, politico ed economico importantissimo: i figli limitano la carriera o, più umilmente parlando di noi para-impiegati e non di Musetti, fanno lavorare peggio di ‘prima’? Una domanda che ha cittadinanza in un’Italia che nel 2023 con 386.383 neonati ha toccato il suo minimo storico dai tempi dell’Unità d’Italia (quando però il totale degli italiani era di circa 26 milioni, non di 60), con situazioni quasi incredibili come quella della Sardegna dove la media di figli per donna è di 0,95, quindi sotto la soglia del figlio unico.

Non stiamo dicendo che il lavoro, il troppo o il troppo poco, sia l’unica causa della bassa natalità, ma che di sicuro riveste un’importanza decisiva in quella che per fortuna rimane una scelta personale. Fra l’altro noi, nati in uno degli anni, il 1967, con il maggior numero di nuovi arrivati (948.772, dietro comunque al 1964 in cui si era andati oltre il milione), e abituati ai doppi turni scolastici a causa di troppi bambini, non siamo nemmeno così convinti che la bassa natalità sia un male: i lavori da classe media NON creativa stanno scomparendo, sul piano economico non si capisce perché ci dovremmo impegnare a mettere al mondo manodopera a basso costo rinunciando a guardarci in pace, per dire, il Musetti-Shelton di stasera. E poi con meno gente ad ereditare il bilocale della nonna gli italiani potranno durare ancora almeno un paio di generazioni, ma crediamo anche di più, come affittacamere prima di estinguersi.

Il nostro ‘Di qua o di là’ è quindi strettamente personale, come la famosa rubrica di Biagi, e riguarda una domanda che magari il ventiduenne Musetti non si è fatto ma tanti di noi sì: i figli peggiorano/peggiorerebbero/avrebbero peggiorato la nostra vita di ‘prima’ o no? Le risposte sono quindi personalissime. La nostra è che, tranne casi particolari o opportunità enormi a cui si rinuncia, i figli tolgano tempo ma alla fine quasi aiutino ad essere più centrati sulle cose importanti. Parliamo di figli a carico dei genitori, perché di mollarli ai nonni facendo quasi la vita di prima sono capaci tutti. Si può anche rispondere alla vera domanda: Musetti entrerà nei primi dieci del mondo o vivacchierà a buon livello?

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