Figli di Putin

25 Maggio 2010 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari 
Galliani a tutto gas, il Mondiale di Al Qaeda, la strategia di Conto Tv e il mese di Capello.

1. A volte una cosa si dice così, per vedere l’effetto che fa. L’ipotesi Gazzetta di un ingresso della Gazprom nel Milan come azionista di minoranza sta in piedi solo nel senso che per il colosso energetico 150 milioni di euro sono niente, ma sfugge il motivo per cui russi, arabi, americani, eccetera, dovrebbero ambire a diventare i Gianni Nardi del terzo millennio. Partecipare pro quota agli aumenti di capitale, perché Ranking Galliani i bilanci continua a chiuderli in rosso anche con Favalli e Strasser, e contare zero. Il discorso politico regge poco, perché fino a prova contraria il pallino è in mano a chi produce energia e non a chi la compra. Anche se lo Zenit San Pietroburgo dà le sue soddisfazioni, più facili 600 milioni per tutto il Milan che che 150 per niente. Al di là del divieto Uefa di controllare (ufficialmente) due squadre partecipanti alla stessa competizione.
2. Perché non è mai avvenuto un vero attentato terroristico durante una grande manifestazione sportiva occidentale? Qualcosa è stato sventato all’ultimo secondo, con preghiera ai media di non pubblicazione per non seminare il panico, ma molto non è stato neppure pensato. Il comunicato con cui Al-Qaeda ha negato l’intenzione di colpire i Mondiali di calcio è in questo senso abbastanza istruttivo. Insomma, non risvegliamo i caproni occidentali toccandogli le poche cose a cui tengono veramente. E quante situazioni riescono nel mondo 2010 a portare centomila persone in piazza? Sono quindi al momento salvi i cantanti famosi, forse il Papa, di sicuro il calcio.
3. Il calcio italiano respira, i 1.149 milioni di euro (totali) di Sky per le prossime due stagioni sono salvi. L’ordinanza con cui il tribunale di Milano ha riconosciuto la regolarità dei bandi di gara della Lega non è una grande vittoria del diritto, perchè effettivamente quei bandi erano scritti su misura per gli acquirenti (anche quelli del digitale terrestre), ma sicuramente del buon senso. Perché Conto Tv ha perso ogni credibilità quando i suoi legali hanno chiesto il blocco solo della vendita dei diritti satellitari e non degli altri (anch’essi concorrenti, perchè chi si abbona al calcio su Mediaset Premium non lo farebbe poi anche con un’emittente satellitare), svelando per chi stesse oggettivamente lavorando.
4. Quasi definito l’allenatore del Milan (Allegri, ci dispiace per Filippo Galli che avrebbe almeno avuto un senso), quasi definito quello della Fiorentina (Mihajlovic), siamo alla scommessa pura su quello interista. Con favorito Capello, che già 6 anni fa in una memorabile giornata a Lugano (il Moratti al tavolo era Angelo Mario, figlio di Massimo) aveva firmato per i nerazzurri prima che un pentimento presidenziale desse l’Inter al Mancini a cui era stata promessa da mesi, e a ruota tutti quelli di cui si è letto. Il difficile per Capello sarebbe non tanto rescindere il contratto con la federazione inglese, quanto gestire un Mondiale in un certo senso da ‘traditore’ delle fiducia totale che gli era stata accordata. La prima scelta è ancora lui, il che non significa che sia la volta buona (o cattiva, a seconda di come la si pensi su Capello). Di sicuro il 2010 ha regalato a Moratti due simpatiche novità: la Champions League e l’avere solo un allenatore sotto contratto. Non solo: un allenatore che dovrà far versare al Real Madrid 16 milioni veri di clausola di rescissione, in alternativa all’accollamento del contratto di Quaresma. Altro che addio morbido, appagato dai traguardi raggiunti. Giova infatti ricordare che Mourinho le dimissioni verbali le aveva date prima della finale di Coppa Italia con la Roma, rischiando quindi di andarsene non da trionfatore ma da sconfitto in tre volate su tre: dettaglio che accresce la sua grandezza. Ci rimangono i ‘signori’, quelli che fanno picchiare sistematicamente e poi ti spiegano tutto con fare compìto. Ma sempre dopo. La grandezza è farlo prima.

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