Esonerando Kerr

11 Settembre 2023 di Oscar Eleni

Oscar Eleni imbucato alla festa tedesca nella fortezza di Wartburg dove Johannes Voigtmann, primo scudiero di Gordon Herbert nella cavalcata mondiale a Manila, ha sussurrato alla luna ringraziandola, dopo scudetto a Milano e titolo mondiale, per due regali nel 2023 dei misfatti ecologici, delle mostruosità del tempo dove bambine venivano vendute e violentate in case di bianchi quasi autentici. La fortezza un tempo diede rifugio a Martin Lutero che cercava in Turingia la libertà negata altrove. Ci siamo inventati questa festa mentre nel cielo di Milano lasciavano la loro scia glia aerei delle frecce tricolori, molto al di sopra delle fecce di ogni razza che stanno sotto fra violentatori, picchiatori, massacratori della libertà altrui.

Avevamo bisogno di felicità dopo un  bel risveglio trovando il Peterson autentico nella paginona che Dallera gli ha dedicato sul Corrierone. Alla ricerca di leggerezza prima di regalarvi piombo con le pagelle del Mondiale di basket appena finito, pronti a smanettare adesso fra mondo rugby, patemi calcistici nazionali, mercati sempre aperti con prezzi alle stelle quando vai a comperare caciotte, pane o, magari, professionisti dello sport mentre in  ogni casa senti litigare per uso e abuso di elettricità che costa sempre di più, come del resto la benzina, in giornate dove dire pace ti fa insultare da chi sparerebbe ad un ragazzino che cerca rifugio come è capitato, pallottole e gente alla ricerca del sollievo nel linciaggio.

Dicevamo del Mondiale asiatico conclusosi a Manila con una tavola rotonda dei parolai al servizio dell’ovvio che non riuscivano  a consolarsi per il quarto posto dei giovani milionari  NBA che hanno portato gli Stati Uniti  fuori dal podio. Per fortuna Kerr ha spalle e curriculum tanto forti da non metterlo in discussione, lui e il suo staff di super assistenti, cominciando da Spoelstra che viene da Evanston come Peterson. Fosse stato in altri paesi lo avrebbero mandato al rogo, lo hanno fatto i tedeschi con l’allenatore della nazionale di calcio, pensando a come abbiamo trattato la Bertolini  o Paolo Nicolato, a cosa stiamo facendo per mandare via Mazzanti e la sua idea di squadra nella pallavolo, quarta e presa a pomodori in  faccia.

Per la verità anche i due finalisti del mondiale di Manila per qualche giorno sono stati al centro di tavolini quasi rotondi per mandarli via: Pesic dopo la sconfitta con l’Italia gioiosa, senza ricordare le grandi assenze. Cominciando dal Nikola Jokic campione con Denver, luce nelle sue scuderie di grandi trottatori, mai fortunato con i plavi e quindi con gli allenatori che dovevano adattare la squadra al suo genio.  Dimenticando il dramma di Borisa Simanic, ricoverato prima della partita con l’Italia, il 2.07 di Saragozza a cui hanno poi dovuto togliere il rene. Pesic  abbracciato dal presidente federale Danilovic, sì, proprio lui, l’uomo dell’epopea virtussina e della Serbia, perché era stato bravo a resistere fino a 2 minuti dalla fine anche non potendo utilizzare il neovirtussino Dobric, uomo da quintetto base, scavigliatosi dopo pochi minuti.

Per il canadese di Finlandia Herbert due scogli che sembravano aver sfasciato la barca tedesca: la litigata, con strattonamenti fra il tecnico  ombroso, anche tre divorzi nella sua vita di randagio per lo sport, e il grande asso, lo Schröder, padre tedesco, madre del Gambia, stella NBA,  che con  la Slovenia faceva i capricci e con la Lettonia rivelazione non  vedeva mai il canestro (4 su 27). Da noi lo avrebbero cacciato subito come vorrebbero fare nella pallavolo con Mazzanti che ha tenuto spesso in panchina la Egonu. Dicevamo delle pagelle chiedendo scusa se saremo anche un po’ nostalgici nel congedo al capitano di Azzurra.

10 e lode a Gigi Datome della setta dei grandi poeti estinti nello sport per il suo mondiale vissuto da grande anche quando il tiro non entrava, un mal della pietra che ha tolto a tutta la Nazionale l’arma per nascondere debolezze su cui altri hanno poi costruito il loro successo. Grazie Gigi se rimarrai nei ranghi e sarai un buon dirigente, magari un buon presidente.

10 Alla GERMANIA che ci indica una strada giusta dopo aver ridato una dimensione a nostri campioni, magari anche Melli, sicuramente Fontecchio e, ora, speriamo, Procida e Matteo Spagnolo.

9 A Svetislav PESIC il più anziano degli allenatori al mondiale che ha superato tempeste e si è preso un grande argento con la  Serbia risorta dopo la caduta contro l’Italia.

8 A Luca BANCHI, quinto con l’Estonia, votato come miglior allenatore del mondiale. Noi quelli bravi li preferiamo all’estero, direbbe Trinchieri.

7 Ad HERBERT guida della GERMANIA imbattuta perché ha sconfitto luminari della scienza cestistica e non se la tira come tanti vittimisti caduti.

6 Alla BELLA RISPOSTA del pubblico televisivo servito benissimo da SKY, DAZN e RAI.

5 Agli ARBITRI del mondiale che sapevamo non essere i migliori, la FIBA ha tenuto fuori quelli che dirigono in eurolega, ma che troppo spesso sono diventati facile alibi per chi cominciava a protestare già  uscendo dallo spogliatoio. All’italiano Mazzoni che ha diretto la semifinale Serbia-Canada i complimenti estesi anche ad Attard.

4 A Luca DONCIC gioia degli occhi a Dallas e nella Slovenia, settima alla fine davanti all’Italia, perché la sua evoluzione lo ha fatto diventare egoista e maleducato.

3 Alla prosopopea degli STATI UNITI mandati in castigo dalla Lituania, esclusi  dal gioco contro la GERMANIA. La vendemmia contro l’Italia  ci dice come stanno le cose da noi, ma nelle partite vere loro non ci sono quasi mai stati.

2 Agli ASSENTI nelle varie NAZIONALI, alla FIBA che insiste in tornei lunghi con formule dove puoi mangiare caviale per giorni e poi inghiottire sassi come è capitato a Italia e Slovenia.

1 Al PREOLIMPICO che diventerà incubo per tutta la prossima stagione italiana. Affrontiamola bene, con mente aperta, voglia di faticare e lavorare.

0 Al VITTIMISMO sportivo esasperato sui campi di calcio, imitato male nel basket dove si protestava su tutto. Nella spedizione italiana, poi, questa difesa della “loro NAZIONALE” questo sentirsi eroi perché altri li consideravano non fortissimi ci ha fatto diventare sospettosi ogni volta che vedevamo  illuminarsi la coda del pavone su questo ottavo posto che dovrebbe essere nella normalità. Non ci si arrivava da oltre 20 anni? Beh, facciamoci la domanda, ma diamoci pure la risposta: i giocatori erano e sono questi.

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