Enciclopedia a fascicoli, meglio di niente

27 Agosto 2022 di Stefano Olivari

L’estate sta finendo e tornano martellanti, su ogni canale, le pubblicità di enciclopedie a fascicoli, di serie di modellini da costruire, di raccolte di dischi. Hachette, De Agostini, Hobby & Work, Sorrisi & Canzoni, eccetera. E la domanda è sempre la stessa: ma chi è che oggi compra questa roba? Domanda che vale anche, anzi soprattutto, per gli argomenti che interessano: se siamo così appassionati alla Cinquecento perché dobbiamo aspettare mesi per completarla? La risposta è difficile, visto che nel portare avanti l’acquisto di un’enciclopedia a fascicoli non c’è una convenienza di alcun tipo ma che pur sapendolo ne abbiamo completate tante.

L’ultima una ventina di anni fa, La Grande Boxe, curata da Rino Tommasi: speriamo di essere seppelliti con tutti quei VHS di vecchi match, ce lo meriteremmo. Nel cuore, fra quelle completate, anche Conoscere l’atletica, della Rizzoli, mentre fra quelle non completate dobbiamo citare la mitologica Corpi di élite. Nella non difficile, ma nemmeno facile, periferia Ovest di Milano entrare nei Navy Seals sembrava un’opzione interessante. E invece siamo qui a lamentarci del buffering di DAZN… Anche con gli occhi di oggi interessante e meno guerrafondaia NAM, la storia della Guerra del Vietnam della De Agostini.

Qualche notte insonne fa, dopo avere abbandonato una cosa orribile tipo Sabalenka-Kalinskaya, stavamo analizzando l’enciclopedia del Titanic, prodotta dalla Hachette: ad ogni uscita un fascicolo ed un pezzo di Titanic da montare, che alla fine dovrebbe portare ad un Titanic copia dell’originale e lungo 134 centimetri. Alla fine sì, ma quando? L’enciclopedia del Titanic è composta da 140 uscite settimanali: la prima 0,50 euro, la seconda 6,99, le altre 12,99 ma con l’editore che si riserva il diritto di aumentarlo. Insomma, a stare bassi alla fine di questi quasi tre anni avremo speso 1.800,11 euro ed avremo in soggiorno un ecomostro, mentre vostra/nostra moglie vi avrà tradito con il primo che passa, se già non l’ha fatto dopo avervi sorpreso a discutere delle caratteristiche tecniche di Chalobah.

Veniamo al punto. L’enciclopedia a fascicoli è rivolta a persone di estrazione piccolo-medio borghese, la classe sociale più sbeffeggiata di tutte (anche dai suoi figli con orrende lauree triennali), ma che è la base di un paese democratico. Una classe dove si ritiene, secondo noi giustamente (ma siamo di parte), che una conoscenza superficiale sia meglio di nessuna conoscenza e che può sempre essere lo spunto per fare qualcosa in più, per approfondire, per leggere libri più avanzati. Un atteggiamento concreto disprezzato classi sociali più alte e ignorato da quelle più basse.

Eppure senza i Grandi Fatti, curati da Montanelli, geniale unione di racconto e di prime pagine di giornali d’epoca, non avremmo mai sentito parlare delle Fosse di Katyn o della Guerra Anglo-Boera: nei nostri manuali di storia delle medie quasi non se ne faceva menzione. Lo stesso concetto di enciclopedia, anche non a fascicoli, proietta immediatamente negli anni Settanta e Ottanta: i Quindici, tuttora troneggianti nel nostro studio, la Universo, Galileo, i Maestri del Colore: dovremmo vendere tutta questa roba, ma non ne abbiamo il coraggio.

Non significa che ci fossero bambini più intelligenti, anzi pensiamo che il più stupido di quelli di oggi sappia più cose rispetto anche ai mitici ‘primi della classe’ di una volta, ma soltanto che i modelli da seguire erano le persone che ne sapevano di più, non quelli che ne sapevano di meno. Quindi viva Planet Metal, Costruisci la tua stampante 3D, gli ABBA, la moto di Valentino Rossi, Insetti da tutto il mondo, Mazinger Z, Minerali della Terra, Tutto Peanuts, eccetera. Da qualcosa bisogna pur iniziare. Certo meglio comprare il prodotto completo, libro o altro che sia, che strapagarne la versione a fascicoli, ma è un altro discorso.

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