El segna semper Llull

22 Maggio 2023 di Oscar Eleni

Oscar Eleni davanti alla vecchia scimmia di Murakami Haruki per confessare i peccati e le nostalgie, affidandosi alla malizia della tenutaria in una locanda termale nella prefettura di Gunma per ridare tono a muscoli ormai perduti. Una volta gli assenti avevano sempre torto e allora perché chiedere attenzione in giornate dove il tuo caro basket è finito quasi nelle brevi, mentre il calcio ci prepara alla separazione fintamente consensuale fra De Laurentiis e lo Spalletti da Certaldo che ha ridato lo scudetto al Napoli dopo 33 anni, bruciando tutti molto prima che si accorgessero che il suo calcio era piacere, mentre quello degli altri sembrava prigioniero della solita tela di ragno che rende così faticoso il viaggio sportivo, con le regole dello sport e quelle degli affari.

Certo Napoli da record, bellissimo per molti mesi, ma nato, come sembra, nel tormentato mondo di chi paga, comanda, crea, lo ha fatto anche bene. Questo eccellente allenatore sa dare del rompicoglioni a chi se lo merita, nei tempi giusti, pazienza se è il clan del campione, o chi cerca la guerra a prescindere, sapendo che il matrimonio non andrà avanti neppure dopo un risultato bellissimo che sarebbe stato completo se ci fosse stato anche il tempo per combattere sul fronte europeo. Alla scimmia di Gunma facile raccontare, bevendo una birra insieme, cosa rende affascinante, forse meno che ai boss delle scommesse, questo sport dove tutto sembra irreale.

Forse non per Guardiola se dopo il triplete nel campionato più bello del mondo dovesse trionfare anche ad Istanbul contro l’Inter che prima di ritrovare la via del gol, e la quasi santità, era pronta a svendere e a mangiarsi tutti anche se Marotta era, fortunatamente per Inzaghi, la roccia che proteggeva il castello di carte. In questo mondo pallonaro dove la Juventus ha giocato senza sapere quale fosse il suo paradiso, sapendo che in tanti, anche in società, la volevano all’inferno, abbiamo lasciato le nostre illusioni, cercando rifugio nel Giro d’Italia dove, però, i calcoli, la giusta libertà di poter difendere testa e muscoli, hanno tenuto la corsa prigioniera più del covid che ha eliminato il più grande, l’uomo dell’autunno dorato.

Erano i rifugi aspettando che il basket scegliesse finaliste secondo logica, guardando con nostalgia l’epilogo di eurolega nel castello di Kaunas e di Sabonis. Nell’ordine delle sorprese ecco le domande a cui sono state date risposte non gradite da chi pensava di saperne una più dei diavoli che poi hanno vinto. Al Real Madrid che deve al suo trio vecchiaia dorata il successo impossibile: il muchacho Rodriguez tante notti sognato dalla Milano che lo avrebbe voluto ancora in regia, il feroce Llull dell’unico canestro per battere l’Olympiakos che al 38’ era avanti di 6 punti, il machetero Fernandez che ha superato i 30 trofei in carriera benedetto da tutti i suoi allenatori. Cominciando dal Chus Mateo che per l’intera stagione sembrava fuori posto sulla panchina della Real casa.

Già, il Real del capoverdiano Tavares, mvp delle finali, uomo chiave in apertura della corsa al titolo quando il suo ginocchio lo fece stare seduto mentre il Partizan di Obradovic con Punter come matador violava l’arena di Madrid. Il recupero, la rissa, il due a zero per i serbi che a casa loro avevano il sostegno di oltre 20 mila persone. Tutto ribaltato, forse prima di tutto da un giudice che non aveva punito abbastanza chi aveva scatenato la rissa e poi provocato la sospensione della gara. Omaggio al potere Real o soltanto buon senso? Nella storia cento episodi come questo.

Non c’entra niente il Bodiroga presidente dell’eurolega che ha giocato anche per Madrid, campione sotto tante bandiere. Non potevano sapere i giudici che il presidente di FIBA Europa sarebbe diventato il Garbajosa che certo favori al Real non ha mai voluto farne da giocatore, uno di quelli che hanno fatto davvero la storia. È andata così e dispiace per il Bartzokas in testa tutto l’anno e beffato all’ultimo tiro.

La scimmia dice che l’acqua termale non basta più per gambe senza muscoli e allora lasciamoci con la previsione sulle semifinali nel campionato italiano. Ma prima un saluto al giovane Matteo Spagnolo, dal Real in prestito a Trento, che dopo una gara strepitosa, 23 punti, ha fallito i liberi del soprasso ad un secondo dalla fine. Bravissimo, giuste le  acrime ma nella storia troverà tanti campioni che hanno avuto paura davanti al calcio di rigore e al libero con manette emotive. Omaggio a Pesaro che ha portato via una partita all’Armani svogliata nella speranza che il lamento di Repesa sia ascoltato. Bellissima la Trento che per poco non andava alla quinta partita contro una favorita, ma anche contro i troppi capricci in una stagione fra miele e veleno.

Pronostico sulle semifinali che iniziano sabato al Forum. Be’, la Milano vista nei quarti non è al sicuro contro questa Sassari che può colpirla dove sembra fragile come in coppa. Serve il recupero di Tonut, perdutosi dopo l’influenza e dopo essere arrivato anche al quintetto base. Serve il vero Datome se davanti alla bitta e alla scimmia abbiamo fatto fatica a ricordarne il nome dopo le sfide con Pesaro. La Tortona balbettante di Trento non dovrebbe spaventare una Virtus che può lasciare ai margini gente da maglia azzurra tipo Mannion. Una Virtus risanata e pronta a sfidare Milano anche se questa  idea dello Scariolo allettato dall’offerta di Toronto potredbbe diventare il boomerang che favorirebbe proprio le sue rivali.

info@indiscreto.net

Share this article