Anni Ottanta

E anche questo Natale se lo semo levato dalle palle

Stefano Olivari 24/12/2013

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L’immortale e celeberrima frase che Riccardo Garrone pronuncia in Vacanze di Natale, film di cui proprio in questi giorni ricorre il trentennale, ben sintetizza il tipo di augurio che vogliamo fare a simpatizzanti e antipatizzanti (Ma perché? Basta non leggerci e noi scompariamo dalle vostre vite…) di Indiscreto. Auguri di un’esistenza più leggera. Con meno convenzioni, perdite di tempo, livore, fatica, dolore: situazioni che a volte non si possono evitare, ma mettere in una gabbia senz’altro sì. Continuando a giocare e a sognare.

E adesso poche righe di cazzeggio, mascherate da pseudo-bilancio. Una volta tanto numeri, invece che sensazioni. Nonostante i post molto raramente siano più di tre al giorno (a volte sono anche zero) le pagine viste mensili sfiorano le 300mila. Non occorre essere uno scienziato del web (e noi di sicuro non lo siamo) per intuire che aumentando il numero dei post, magari spezzettando ciò che già c’è, mettendo una photogallery al giorno e istituendo una colonna di ‘brevi’ gestibili con un sano copia e incolla si potrebbe facilmente decuplicare l’audience attuale. Uno scenario privo di senso: il web è pieno di siti che fanno un grande traffico e che non legge nessuno, perché privi di identità, di calore, di motivi per tornarci. Se mai troveremo pubblicità significativa per finanziare Indiscreto (traduzione: pagare chi scrive e ingaggiare qualche altro giornalista che stimiamo ma che, giustamente, non vuole lavorare gratis) sarà per questo Indiscreto e non per un’accozzaglia di notizie spesso più corte del loro titolo. Insomma, sì alla pubblicità ma per quello che siamo e non per quello che dovremmo essere secondo un centro media.

La rinuncia a qualsiasi tipo di richiesta di elemosina (in italiano si dice ‘crowdfunding’) ha due ragioni di pari importanza. La prima è che noi per primi non ci abboneremmo a un sito come Indiscreto, dove un giorno si trova magari un articolo interessante e per i successivi due niente: se possiamo dire che compreremmo i libri che editiamo o scriviamo (finora è stato vero nel 100% dei casi, anche in quelli di insuccesso commerciale), detto senza falsa modestia, non potremmo dire qualcosa di analogo per il sito. La seconda ragione per cui vediamo la pubblicità come unico sviluppo possibile è quella che uno di voi che state leggendo questo post ha definito ‘Indipendenza dai lettori’. Che non significa parlare di musica dodecafonica a chi da te si aspetta un confronto fra Muntari e Taider (pur essendo magari interessato, in un altro contesto, alla musica dodecafonica), ma semplicemente rispettare le proprie idee e quindi anche le persone che sprecano tempo ad ascoltarle.

Più interessante di queste seghe mentali è il contenuto. Come è stato più evidente negli ultimi mesi, allo sport abbiamo affiancato la cultura pop, senza schemi troppo rigidi. Tolti quei pochi, pochissimi, che fanno inchieste serie tutti gli altri giornalisti fanno intrattenimento. Noi non ce ne vergogniamo, anzi. Se qualcuno sorride o prova una piccola emozione leggendo una delle nostre facezie ne siamo stra-contenti, come se avessimo inventato la cura definitiva contro il cancro. Merito dello spirito da lettore conservato nell’arco di decenni passati a scrivere, spirito che ci consente di guardare con un occhio le partite e con l’altro il Muro del Calcio senza provare il desiderio di intervenire. Proprio al Muro sarà legata una grande novità tecnica, da nonno multimediale, che non possiamo anticipare.

Intanto grazie a chi per pura passione anche nel 2013 ci ha regalato il suo tempo per il sito. Oscar Eleni, Paolo Morati, Simone Basso, Dominique Antognoni, Marco Lombardo, Andrea Ferrari, Alberto Rapuzzi, Silvana Lattanzio, Paolo Sacchi, Tani Rexho, Carlo Vittori, Italo Muti, Igor Vazzaz e Fabrizio Provera. Citati in ordine volutamente sparso grandissime firme, leggende dello sport, bravi giornalisti, esperti in almeno un settore: tutti accomunati dal fatto di conoscere la materia trattata. Discorso che in molti casi vale anche per i lettori di Indiscreto, detto senza paraculismo da crowdfunding (visto che non lo faremo). Sui giornali che compriamo molti commenti di Indiscreto avrebbero la dignità di un articolo, molti altri faremmo fatica ad ascoltarli anche al bar, tutti sono uniti dalla passione. Non certo per un sito o per uno sport, ma per la vita. L’augurio è di mantenerla, questa passione. Quella che aveva Franco Rossi.

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