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Tennis

Djokovic ingiocabile e onore a Nadal

Stefano Olivari 03/06/2015

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Onore a Rafael Nadal, nel giorno del suo ventinovesimo compleanno e a dieci stagioni dal suo primo trionfo al Roland Garros (in finale contro Mariano Puerta: altra era geologica). La partita contro Novak Djokovic era uno dei quarti di finale più attesi di tutti i tempi, ma non è stato certo il migliore: il numero uno del mondo l’ha massacrato, più di quanto dica il punteggio (7-5, 6-3, 6-1) perché lo spagnolo ha dovuto quasi sempre giocare al limite mentre Djokovic non ha dovuto fare molto di più della sua solita difesa attiva. Poi si può anche fare il bar del tennis sulla necessità di togliere un po’ di rotazione al diritto se no Djokovic recupera sempre (Nadal senza rotazione?) e sulla fiducia cieca nelle proprie gambe (con l’out dello Chatrier il miglior Nadal davvero arrivava su tutto), ma mettendo le cose in prospettiva stiamo parlando di un giocatore in leggero declino che ha perso con il numero uno del mondo in stato di beatitudine psicofisica. A meno di non voler fare quelli che dicono ”Perché non hai attaccato Contador con più decisione?”. Nadal quest’anno non è mai stato Nadal nemmeno sulla terra: ha perso da Fognini in semifinale a Rio, da Djokovic in semifinale a Monte Carlo (partita dal punteggio netto, ma dove la cilindrata non sembrava così differente), ancora da Fognini a Barcellona, da Murray in finale a Madrid e da Wawrinka a Roma. Unico torneo vinto il 250 di Buenos Aires, con l’uscita dai primi dieci del mondo che potrebbe materializzarsi dopo il Roland Garros. Scriviamo a caldo e con il dolore di chi ha sempre sentito lo spirito guerriero di Nadal e la sua forza mentale borghiana, quindi speriamo di sbagliarci, ma da suoi cultori abbiamo avuto la netta sensazione che qualcosa si sia rotto dentro il 9 volte vincitore del Roland Garros (unico altro a batterlo Soderling nel 2009, nell’edizione ‘regalata’ a Federer) e che possono esserci i margini fisici per tornare quello di prima, ma non più quelli psicologici. Ovviamente per battere i Djoker e i Murray, perché con gli altri ancora è un quasi-Nadal.

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