Svegliarino
Cucù l’illecito non c’è più
Stefano Olivari 28/07/2008
Dopo la sentenza per il presunto tarocco di Atalanta-Livorno dello scorso campionato (sia all’andata che al ritorno), che di fatto è consistita in quattro mesi di squalifica a Balleri e in una minimulta (25mila euro) al Livorno, l’unica certezza è che nel calcio italiano l’illecito sportivo non esiste più. ”Quando mi hai chiesto il pareggio te l’ho dato, pezzo di merda”, la frase detta (e confermata durante la deposizione) da Balleri all’atalantino Bellini, secondo la Disciplinare sottintende solo un ‘comportamento scorretto’ (nella sentenza è proprio scritto così) e la gazzarra finale con inseguimento a Padoin (solita domanda: troppo furbo o troppo onesto?) dopo il gol del tre a due è come se non fosse mai esistita. Con il simpatico corollario della strafottenza davanti ai giudici da parte di alcuni testimoni, primo fra tutti Balleri stesso (”Mi squalificate? Tanto mi sarei ritirato lo stesso…”), e dell’uso in chiave giurisprudenziale della buonistica sentenza Sculli per una storia ancora più emblematica della credibilità del calcio di club, risalente ai tempi in cui giocava nel Crotone. A questo punto ci si può chidere a cosa serva la Procura Federale (cioé Palazzi), visto che ormai per essere squalificati occorre di fatto la dichiarazione giurata di avere truccato una partita, magari anche allegando le ricevute dei pagamenti.
Stefano Olivari
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