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Calcio

Cristiano Ronaldo si autoriduce l’ingaggio

Stefano Olivari 01/12/2022

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Le recenti vicende giudiziarie riguardanti la Juventus, che hanno portato alle dimissioni Andrea Agnelli e l’intero consiglio di amministrazione, si prestano a considerazioni calcistiche ma anche giornalistiche. Perché soltanto i giornalisti, e quelli in buona fede sono senz’altro i peggiori, potevano e possono credere a professionisti con contratti blindati in paesi civili (altro scenario quando si vuole fuggire dalla Cina o da qualche emirato, dove in qualsiasi tribunale lo straniero parte da 0-4) che si tagliano l’ingaggio per venire incontro ad esigenze di bilancio del club, come nel caso di Cristiano Ronaldo e dei suoi ex compagni alla Juventus, o per amore della maglia.

Ai tifosi di tutte le squadre, a rotazione, viene venduta (vendiamo) la spazzatura di Tizio che dà a quella maglia un valore particolare, cosa che non è vera nemmeno per chi è cresciuto nel settore giovanile. E quando lo si fa notare questi tifosi, a rotazione, si arrabbiano. I più intelligenti si esibiscono in distinguo… Sì, ma capitan Chiellini studia per un futuro da dirigente. Sì, ma Lukaku ha sempre sognato l’Inter e Milano. Sì, ma Ibrahimovic non si è mai sentito amato come al Milan, eccetera, con Roma e Napoli convinte di rappresentare qualcosa più del Brighton e che un nigeriano che ha fatto la fame sia sensibile alla storia d’Italia in stile sussidiario. Perché un essere umano con un cervello dovrebbe venire incontro, per qualsiasi motivo, a chi lo considera sostituibile, quando sarà il momento, da uno più forte, più giovane, più gradito ai tifosi, meno caro?

Chiaramente in queste finte autoriduzioni cambia la forma: contratti collaterali, pagamenti a società di comodo o a prestanome, interventi di sponsor, il caro vecchio nero. Lo fanno in tanti club, per i motivi più diversi: il fair play finanziario UEFA, fondi occulti in qualche modo da utilizzare, anche banalmente l’armonia dello spogliatoio, visto che a nessuno piace vedere nero su bianco di valere un decimo del compagno. Chi ha buoni consulenti rimane al confine della legalità, chi non li ha passa qualche guaio ma sempre meno di quanto meriti. Certo è che nessuno sano di mente si è mai autoridotto volontariamente l’ingaggio, se non per paura di non prenderne nemmeno una parte. Ma non sono questi i casi che di solito vengono esaltati a beneficio del dodicenne genialmente (prima di essere morto era vivo) descritto da Berlusconi.

Citando da una Gazzetta dello Sport della primavera 2020: “Cristiano Ronaldo che accetta di rinunciare allo stipendio, oltre a compiere un gesto di pura juventinità, dà corpo a un’immagine: è Re Mida che scende in mezzo al popolo, è l’eroe che si fa carico dei problemi della gente, è il Superuomo che abbandona i suoi privilegi e diventa parte della normalità“.

stefano@indiscreto.net

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