Comprereste un giocatore dall’Atalanta?

20 Febbraio 2020 di Indiscreto

Nel momento di massimo splendore del modello Atalanta, dopo che il Valencia è stato asfaltato a San Siro, una domanda a cui molti addetti ai lavori hanno già risposto negativamente: ma voi un giocatore dell’Atalanta lo comprereste? Non diciamo Gagliardini, Caldara e Conti con il senno di poi, ma Hateboer e Freuler con quello di prima. Fra l’altro silenziosamente il club di Percassi ha cambiato pelle, basta vedere quanti della rosa di prima squadra sono di formazione atalantina.

Il Barcellona che paga un milione di euro a una società esterna per screditare mediaticamente Messi e Piqué, invisi al presidente Bartomeu? Un filone interessante, questo degli account social ‘indipendenti’ che fiancheggiano le società. Un altro grande club, non catalano, ha invece da tre anni una struttura interna dedicata, con nerd sottopagati e cattivi (forse anche perché sottopagati).

Il Minculpop non gradisce l’esaltazione di Erling Haaland, straofferto in Italia da Mino Raiola quando già stava spopolando in Champions League e pagato dal Borussia Dortmund soltanto 22 milioni di euro, l’importo della clausola di rescissione con il Salisburgo. In realtà 45. Troppi i 15 milioni di commissione per Raiola, ovviamente a carico del compratore, più gli 8 al padre brutalizzato da Roy Keane? La risposta giusta non c’è, dipende da cosa diventerà Haaland junior. Adesso come adesso fa paura.

Confrontare lo spazio mediatico dato a presunti stupri, a seconda della squadra del presunto stupratore. Per non parlare dei contenuti: da una parte Marie Goretti, dall’altra ricattatrici.

Il raccattapalle del Wanda Metropolitano cazziato da Simeone perché troppo veloce nel dare palla ad Alexander-Arnold ha riaperto il dibattito sul cholismo. Dibattito che ci sembra bollito, un po’ come il suo ispiratore. Vediamo un mondo pieno di Sonetti ma con buona stampa.

La luce necessaria fra il penultimo difensore e l’attaccante porterà oggettività al fuorigioco? Forse. Ma il primo problema è che va depotenziato il calcio di rigore, che con il VAR può essere dato praticamente sempre.

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