Televisione

Cobra Kai 3, il ritorno del Vietnam e di Ali

Stefano Olivari 08/01/2021

article-post

Cobra Kai 3, appena finito di vedere su Netflix, ci ha dato ancora più emozioni delle sue prime due stagioni. E non era facile, perché i sequel quasi sempre perdono rispetto all’originale, Karate Kid, quindi figurarsi rispetto al sequel del sequel. Cobra Kai 3 ha tre sottostorie, di cui una imprevista, cioè quella del ragazzo bullizzato John Kreeseinterpretato da un grande Martin Kove, che negli anni Sessanta si arruola per andare a combattere in Vietnam (guerra democratica dichiarata da democratici, va ricordato), con le morti dei commilitoni ed un capitano durissimo che lo cambiano per sempre fino a farlo diventare il cattivo maestro (o sensei) degli anni Ottanta ma anche dei giorni nostri, quando secondo la storia dovrebbe avere 73 anni.

Oltre al passato in Vietnam di Kreese, ormai padrone incontrastato del Cobra Kai (per i pochi che non lo sapessero: è un dojo, o palestra, di karate in California), ci sono gli sviluppi dell’inimicizia-quasi amicizia fra Johnny (William Zabka) e Daniel (Ralph Macchio), con il rientro sulla scena nientemeno che di Elisabeth Shue (Ali nella fiction), nel primo Karate Kid fidanzata giovanile prima di Johnny e poi di Daniel, ma anche una delle poche super-icone anni Ottanta (Cocktail e due Ritorno al futuro possono bastare?) ad avere avuto una solida carriera anche nei decenni successivi, al contrario di quasi tutti gli altri, Macchio in testa. L’incontro da persone di mezza età è commovente, così come il finale che non spoileriamo. Insieme a Kreese e alla sua capacità di inserirsi nelle insicurezze dei giovani, è Ali ad averci colpito di più in Cobra Kai 3.

Proseguono ovviamente le lotte adolescenziali, in cui a parte il karate quasi tutti noi possiamo riconoscerci, anche se forse nella realtà si è più stupidi e violenti alle medie inferiori (lì gli insegnanti sono quasi eroi) che in quelle superiori. Il colpo di classe di Cobra Kai 3 è però quello di far scendere in campo personaggi anche del secondo film della saga, in italiano Karate Kid II – La storia continua, come Kumiko e il maturato Chozen, che a Okinawa svela a Daniel un altro dei segreti di Miyagi (non un gran segreto, a dire il vero). Come abbiamo già scritto, il miracolo è quello di mantenersi in equilibrio fra il film adolescenziale di ieri, quindi adatto a noi vecchi, e quello di oggi con temi che negli anni Ottanta nemmeno erano temi, a partire dal bullismo. Capolavoro basato sull’identificazione, in maniera impressionante.

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    Poche risate con il nuovo GialappaShow

    GialappaShow fa ridere meno delle sue edizioni precedenti, nonostante rimanga un ottimo programma televisivo: l’unico fra quelli comici che riusciamo a guardare dall’inizio alla fine, l’unico che cerchiamo on demand senza sbatterci contro per caso. Questa la sensazione che ci portiamo dietro dopo la prima puntata vista ieri notte appunto on demand, mentre immaginiamo che […]

  • preview

    Abbonati a HBO Max

    Abbonarsi anche a HBO Max? Per noi, che siamo abbonati anche a LNP Pass e stiamo per esserlo con Josimar, la risposta è scontata: il confronto è sempre con i minimo 50 euro a testa in un locale nemmeno pretenzioso. Però per lo spettatore medio la gestione di tutti questi micro-abbonamenti è un problema, spesso […]

  • preview

    Il finale di Squid Game 3

    Da qualche giorno siamo orfani di Squid Game, visto che con la terza stagione Netflix ha chiuso a fine giugno una serie di straordinario successo in tutto il mondo. Non spoileriamo il finale, magari possiamo parlarne nei commenti qui sotto (con l’avvertenza di non leggerli, per chi non avesse ancora visto), ma possiamo dire che le […]