Attaccati a Donnarumma

13 Maggio 2019 di Vincenzo Matrone

Tra le storie che girano per Milanello una delle più raccontate riguarda il post Milan-Fiorentina 0-2, stagione 1987/88, seconda giornata di campionato. Il Milan è allenato da un innovativo e quasi sconosciuto Arrigo Sacchi. Nello spogliatoio c’è più di un giocatore che non ama i metodi e la durezza degli allenamenti del mister.

E che mai li amerà, nonostante le vittorie. A fine partita Berlusconi spiega che per i successivi anni il mister sarà Arrigo Sacchi e se il rendimento dei giocatori sarà pessimo non verranno ceduti ma si accomoderanno con lui in tribuna perché ne comprerà altri. Nasce in quel momento, non al calciomercato, una delle squadre italiane più forti di sempre.

Come ha rivelato Galliani, il Milan dopo l’eliminazione dalla Coppa UEFA per mano dell’Espanyol (ci giocava l’attuale allenatore del Barcellona, Valverde) fu di nuovo sul punto di cacciare Sacchi per ingaggiare Nedo Sonetti. Molti giocatori spingevano in tale direzione, ma Berlusconi più per orgoglio che per convinzione andò avanti con Sacchi. Il resto è storia.

La nostra condanna è avere seguito dal vivo quasi tutte le partite di quel Milan. Ma dobbiamo commentare il presente e quindi annotiamo che a Firenze il Milan scende in campo con un 4-3-3 quasi a specchio con quello viola, sfruttando la crisi anche psicologica della Fiorentina di Montella: abbandonata dai propri tifosi e in stato confusionale, quasi ad aspettare passiva il momento del gol rossonero.

Il Milan palleggia discretamente, contro avversari che sembrano in campo quasi per caso, ed il gol della vittoria arriva per merito dei due giocatori più difesi da Gattuso: cross di Suso e colpo di testa di Calhanoglu. Oltre al gol, i due durante tutta la partita spesso vengono a prendere palloni a centrocampo per cercare di accendere un Milan comunque non scintillante. Che infatti nel secondo tempo, bloccato dalla paura, rimette in partita la Fiorentina ed esce con i tre punti soltanto grazie a Donnarumma. Che sotto la guida di Valerio Fiori e Gigi Ragno sta finalmente lavorando per il salto di qualità, dopo essersi fidato per troppo tempo delle sue doti naturali. Inutile trovare analogie con il passato, del resto Gattuso non è certo stato scelto da Leonardo e Maldini. La domanda, retorica, riguarda il Milan in generale: mancano di più i grandi giocatori o i grandi presidenti?

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