Ancora qualche anno di tiro a segno

13 Novembre 2009 di Stefano Olivari

Doveva essere un altro Khimki, quello di Sergio Scariolo. Poi certi soldi non sono arrivati (la società è di fatto proprietà di enti locali), i Garbajosa (al Real Madrid) e i Delfino (ai Bucks via Toronto) sono partiti nonostante i contratti pluriennali firmati nell’estate 2008, gli obbiettivi sono stati ridimensionati. Però la squadra ha gerarchie chiare: due registi fra i migliori d’Europa come Cabezas (più aggressivo) e Raul Lopez (migliore nel dare ritmo ai tiratori), due americani che la mettono come il ‘nostro’ Langford e McCarty (ha il passaporto russo per editto di Putin), due mestieranti lituani (Jankunas e Javtokas, ieri contro l’Armani al loro peggio) e vari specialisti russi: Fridzon, Dmitriev e l’altissimo tenerissimo Mozgov. La partita del Forum contro l’Olimpia (alla quale si dice che il suo presidente vorrebbe cambiare il nome…misteri del marketing, o della scarsa conoscenza del basket) è stata soprattutto un buonissimo spot a favore della linea da tre punti a 6,75, come sarà a partire dalla stagione sportiva 2010-2011 in tutto il mondo Fiba. Ieri i russi, vincitori di 4 punti, hanno tirato 50 volte, 25 volte da due e 25 da tre: la poca qualità dei loro lunghi spiega come dalla lunga distanza la percentuale sia stata del 56% (!!!) contro il 24 da due. Quasi una fotocopia la squadra di Bucchi: 57 tiri totali, di cui 28 da tre (percentuale del 32,1) e 29 da due (percentuale del 58,6). Qui la grandinata da lontano è meno giustificata, anche se bisogna sempre pensare in termini di percentuale reale: 32,1 da tre è come dire 48,1 da tre e quindi un qualcosa di statisticamente accettabile. Al di là delle considerazioni sulla singola partita, comunque decisa dall’uscita per falli dell’uomo chiave Maciulis, è evidente che con questa tendenza al tiro a segno il basket europeo si stava suicidando: non è una considerazione tecnica da nostalgici fissati, ma un semplice fatto estetico. Sarà curioso vedere come gli allenatori interpreteranno la nuova distanza: in questo momento la (loro) previsione prevalente è che si vedranno più difese a zona di sistema (adesso sono ridotte ad arma tattica) e nella difesa del pick and roll più passaggi ‘sotto’ al blocco. Traduzione: si sfiderà maggiormente la precisione dei tiratori e nel contempo si presidierà meglio il territorio. Così come nel 1984 l’introduzione dell’arco da tre non aveva cambiato subito la cultura degli allenatori, sarà così anche per i tecnici di questa generazione. Il facile pronostico è che quindi anche con i 6,75 si continueranno a vedere sparacchiate di questo tipo, almeno per qualche anno.

stefano@indiscreto.it
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