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Mon amour

Trottolino Amoros

Stefano Olivari 15/06/2007

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Arriva il 1982, l’anno dei Mondiali. La Francia è qualificata e può prepararsi con calma per la manifestazione di giugno. La prima amichevole si gioca il 23 febbraio al Parc des Princes, l’avversario è una rivale storica, anch’essa in preparazione per il Mondiale: l’Italia di Enzo Bearzot. Nella Francia è assente Maxime Bossis, e il suo posto viene preso da un esordiente che ha compiuto vent’anni solo tre settimane prima; è l’ultimo tassello di una squadra perfetta, il giocatore che completa l’opera di Hidalgo; ha ottenuto il posto di titolare e non lo lascerà più per dieci anni, fino all’eliminazione all’Europeo 1992 contro la Danimarca, sommando 82 presenze con la maglia dei Bleus: diventerà uno dei terzini più forti della storia, lui è Manuel Amoros. Figlio di immigrati spagnoli (il nome si pronuncia come si scrive, e non Amorò), riesce a battere la concorrenza di campioni come Battiston, Bossis e Janvion prima di farsi strada come titolare inamovibile; già a vent’anni è dotato di una disinvoltura, di una completezza e di una tecnica assolutamente inusuali per un giocatore così giovane, per di più difensore; non ha un fisico prestante ma ha qualità atletiche fuori dalla norma, potenza, velocità e resistenza, insieme ad una mentalità da vincente e ad una fortissima personalità. Una notazione su tutte, per capire il livello di questo giocatore: al Mundial Mexico 1986 Amoros verrà eletto secondo miglior giocatore di tutta la manifestazione, alle spalle dell’inarrivabile Diego Armando Maradona.
Il grande protagonista di questa amichevole è però, ancora una volta, Michel Platini, ormai vero e proprio incubo di Zoff; al 19’ porta in vantaggio la Francia con un bellissimo diagonale dal limite dopo aver evitato l’intervento di Antonio Cabrini, nella ripresa con un tiro al volo da fuori area centra in pieno la traversa e nel finale fornisce l’assist ad un altro esordiente, il diciannovenne Daniel Bravo del Nizza, che realizza il due a zero; la prestazione di Platini è di un tale livello, in tutte le zone del campo, che l’Avvocato Agnelli va di corsa a Saint-Etienne a firmare un assegno in bianco per portare il giocatore a Torino; dopo il Mondiale spagnolo Platini diventerà finalmente bianconero. La Francia invece può gioire per aver battuto l’Italia per la prima volta dal 1920, Hidalgo è felice per quella che ritiene fino a quel momento la miglior partita giocata da quando è selezionatore, inoltre quando questo Platini entra in possesso di palla accade sempre qualcosa di pericoloso: l’anno 1982 si preannuncia ricco di soddisfazioni per i colori francesi.
Un mese dopo al Parco l’avversario è l’Irlanda del Nord, anch’essa qualificata per il Mondiale; Hidalgo, in vena di esperimenti, rivoluziona la linea d’attacco schierando Couriol, Bellone e Bernard Zénier, ala sinistra del Metz dalla carriera sfortunatissima: poco tempo dopo l’esordio in nazionale nel 1977 si rompe una gamba, superata la concorrenza dei vari Six, Amisse, Bellone e Zimako ha un’altra chance e viene pre-convocato per il Mundial ma a tre settimane dal via si rompe un ginocchio. Proprio Zénier porta in vantaggio la Francia su cross di Giresse, Couriol raddoppia dopo una respinta del portiere, poi arrivano anche i gol su rigore di Larios (conquistato dopo una clamorosa ingenuità di Brotherston) e il sigillo di Genghini per il 4-0 finale; all’inizio della primavera la Francia è in condizioni strepitose…

Carlo Maerna
carloblacksun@hotmail.com

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