Soumahoro o Isaac George?

21 Novembre 2022 di Indiscreto

Aboubakar Soumahoro o Isaac George? Guardando i 4 minuti di video in cui il deputato della sinistra, eletto con i Verdi ma indipendente, si sfoga contro una presunta macchina del fango scatenata contro di lui, ci è venuto in mente lo strepitoso personaggio del cinema e soprattutto della televisione italiana degli anni Ottanta. Un collegamento ispirato anche dalle parole dello stesso Soumahoro, il quale ha detto che ai suoi hater piace “Il negro di Cortina“, cioè il domestico o in senso lato quello che che non si ribella, ma non chi lotta per i diritti degli sfruttati.

Insomma, il personaggio più volte interpretato da Isaac George, in Yuppies, nei Ragazzi della Terza C (dove Guido Nicheli-Zampetti lo chiamava “Apartheid” e “Lumumba”) e in tante altre situazioni. Fra l’altro George Oshoba Durojaiye, suo vero nome, era un attore vero, di teatro, dopo il grande successo scomparso. Lo avremmo ritrovato qualche anno fa, mentre stavamo organizzando una festa a tema anni Ottanta, con protagonista Karina Huff: cercando i suoi contatti scoprimmo che era in carcere per violenza sessuale (ai danni delle pazienti di una clinica dove lui era una specie di factotum) e lasciammo perdere.

Ma tornando a Soumahoro, che fra gli sfruttatori di persone, spesso migranti africani, non pagate o costrette a dichiarare il falso ci siano la suocera e la moglie (da abile politicante già retrocessa a “La mia attuale compagna“) di Soumahoro lo stanno accertando i magistrati di Latina. Tutti hanno sentito parlare della vicenda anche se sui media di macchina del fango finora ce n’è ben poca: nessuno ambisce a passare per razzista, e chi insulta su Twitter è di base anonimo.

Cosa volevamo dire? Che il deputato nato e cresciuto in Costa d’Avorio pone in ogni caso un problema reale, ignorato da tanto cinema d’autore ma sempre ben spiegato dai Vanzina (come dimenticare la faccia delle domestiche durante l’apertura dei regali in Vacanze di Natale?): il razzismo è, tranne che per qualche estremista di destra che ne fa una questione etnica, fondamentalmente classismo. Finché gli immigrati di basso livello, non ci riferiamo quindi all’ingegnere norvegese criptogay, al designer tedesco uguale a Nagelsmann o alla studentessa americana di arte a Perugia, stanno “al loro posto” la maggioranza degli italiani li accetta in maniera politicamente abbastanza trasversale.

Quando invece c’è qualche rivendicazione anche la persona più di sinistra ha un riflesso neo-colonialista: memorabile la Cirinnà quando disse che “La nostra cameriera ci ha lasciato da un momento all’altro nonostante fosse strapagata e in regola con tutti i contributi INPS“, ma a tutti noi piccolo borghesi sono capitate situazioni del genere. Chi dice di non aver mai fatto un pagamento in nero a una persona con poco potere contrattuale è insomma un bugiardo. Comunque vada a finire la vicenda della cooperativa (statistica personale: il 90% delle cooperative è finto, il 99,9% nel caso di quelle giornalistiche) e comunque la si pensi su Soumahoro, il problema è reale. Soumahoro o Isaac George? La risposta è dentro di noi ed è comunque sbagliata.

Quale tipo di migrante accettiamo, se siamo davvero onesti con noi stessi?

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