Basket

Sottaceti Armani

Oscar Eleni 11/11/2014

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Oscar Eleni davanti all’egiziano che vende i migliori sottaceti in piazza Wagner, nella Milano che preferisce lo scatolame. Vi dovevamo un’aggiustatura alle storie raccontate dopo la quinta giornata.

Chi crede che l’Emporio Armani sia una squadra in crisi non ha studiato. Diciamo che è sottaceto, come desidera proprio Banchi per far capire, adesso che si rischia meno, cosa serve per riconquistare lo scudetto e, magari, andare alle finali di eurolega. Gli serve azzerare e ripartire, con tutti, anche con il paggio Fernando Melli che va strepitando per l’aia di Reggio Emilia dicendo cose ovvie che lui per primo dovrebbe mettere i pratica: “Smettiamola di pensare all’anno scorso”. Logico. Ma dell’anno scorso non sono rimasti tanti. Lui, ad esempio, che tipo di progressi ha fatto? Ogni tanto la luce, molto spesso una lunga linea grigio bionda.

Banchi fa bene a curare con la carta vetrata il nuovo Emporio, ma pure lui dovrebbe rivedere in sala video con Fioretti e Cancellieri questo gioco di Milano. Possibile che il contropiede sia stato abolito o quasi? Possibile che ci si trovi, nei momenti in cui gli avversari sembrano più bravi perché vanno a rimbalzo con la fame dei poveri sfavoriti, sempre con la bavosa ricerca del salvatore, approvando il “faso tuto mi” che è narcolessia dei nuovi tempi, giostra per bulli che al campetto spopolano, ma non dovrebbe dettare legge sui campi dove sono le squadre che devono imporsi, non gli egotismi da cortile. Capitava anche ai tempi di Rubini. L’anno dopo quei giocatori sparivano, magari diventando stelle delle rivali, ma non più in casa Olimpia. A Peterson non piacevano i finti pentiti, quelli che si scusavano dopo un errore. No, caro. Dopo un errore vieni a sederti in panchina. Mentre la società faceva muro e mandava al diavolo parenti, amici, giornalisti e agenti.

Il caso della Milano con tre sconfitte su tre partite alla vigilia della sfida chiave contro i polacchi del Turow per andare avanti in eurolega, ci fa l’effetto sgradevole di quella foto che una madre “famosa” fa girare fra gli amici, i fans, mostrando l’immagine della figlioletta sporca del sangue della prima anitra che ha ucciso andando a caccia coi parenti. Da vergognarsi in una cella di detenzione. A Milano si sono abituati così per l’inverno. Amano il rischio per poi vestirsi da eroi in un campionato dove, se ne saranno accorti anche perdendo, basterebbe un minimo di coesione nel nome del gioco di squadra, per lasciare tutti dieci leghe dietro. Meglio, così gongoleranno i nuovi re magi del basket immagine che mandano il presidente Marino sui campi collegati. Il lunedì alle 20 sembra funzionare, ma certo se in diretta ci andranno sempre Milano o Sassari allora si finirà per rendere stucchevole il dessert, senza mai pentirsi di aver rinunciato all’antipasto del mezzogiorno dove si è fiondato il calcio spezzatino che gioca dal sabato al lunedì, proprio come il basket bertuccia che le grandi deve tenersele per coppa Italia e play off. Pensarci, rifare certe scelte? Ma dai.

Lunedì dove ci ha elettrizzato tantissimo Amedeo Della Valle, come accadeva in Nazionale anche se al gruppo Italia di Menetti diciamo che non c’è bisogno di imbonitori, di aizzatori del pubblico, perché le energie nervose vanno conservate per la battaglia sul campo contro gente di qualità: Milano lo è, molte squadre europee lo sono. Ora non vorremmo che i recuperi dei super assi lo spingessero indietro come ha fatto in Nazionale Pianigiani, sbagliando, lasciando a sedere lui e Davide Pascolo che rappresentavano il futuro interpretativo del gioco.

Bravo Vescovi a mandare fuori dal tempio chi urla per le sconfitte varesine. Caro Poz resisti, purifica lo spogliatoio, fai i conti con l’oste e non con quellì che fingendosi innamorati mettono l’asticella oltre le possibilità di una squadra che se ha un infortunio serio, quello di Kangur lo è stato, perde partite che poteva anche vincere contro Reggio Emilia e, magari, Trento. La stessa strategia difensiva che, purtroppo, non è avvenuta a Caserta dove ha pagato Lele Molin. Dicono che la società stia cercando un sostituto. Tutta Italia sa che Vincenzino Esposito è un talento anche in panchina, più di tutti i figliocci del Boscia. Vedremo se sarà lui, conoscendo anatre e polli in terra di lavoro, a chiedere di stare in disparte. Soffre la professione, unico vero limite. Dicono.

Interessante esordio televisivo di Abbio in versione Aramis. Sa quello che dice, ha un suo stile, non sembra aver paura di raccontare le cose come stanno, gli capitava anche quando giocava di fianco a chi si sentiva intoccabile.

Il prefetto di Livorno impedisce la vendita dei biglietti ai residenti in provincia di Siena e quindi la trasferta del pubblico a Cecina a sostegno della propria squadra, un danno anche per la società ospitante che oltretutto insieme alla ‘nuova’ Mens Sana stava organizzando l’accoglienza. Quasi più vergognoso del veto di trasferta a Varese. Siamo alle solite, come si vede bene dalle multe, salassi per società che non hanno quattrini. Mai che il danno sia pagato dai tifosi maleducati, come se il ‘pubblico’ fosse un’entità astratta.

Siete liberi, ci sente la prossima settimana.

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