Sexy shop: sì o no?

In questi giorni il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, ha varato un’ordinanza di divieto di sexy shop nel centro della città da lui amministrata. Con il bisogno di evitare il turbamento delle sensibilità ma anche di promuovere un commercio di livello teoricamente più elevato. Una scelta che fa sicuramente discutere – al contrario della pallacanestro, come avrebbe detto Maurizio Mosca – per cui il di qua o di là odierno è il seguente, senza secondi livelli di lettura: Sexy shop sì o no?

Parliamo, spiegazione per quei pochi che non ci fossero mai entrati, di quei negozi dove si vendono oggetti e prodotti a tematica sessuale (dai dildo alle fruste, dai film ai lubrificanti fino alle lingerie più curiose) che possono ad esempio (questa l’idea) turbare la sensibilità delle anziane che si recano in Chiesa. Qui trovate il testo dell’ordinanza (che riguarda anche gli esercizi che vendono derivati della canapa) dove si legge tra l’altro che “L’apertura di tali attività commerciali possono comportare ripercussioni oltre che di ordine etico e morale, anche turbamento della sensibilità dei cittadini residenti nei pressi di tali esercizi di vendita, nonché dei minori rientranti in una fascia di età fragile che deve essere tutelata riguardo allo sviluppo psico-fisico.“

Esercizi che non possono di conseguenza essere aperti a “Una distanza inferiore a metri 200 dai luoghi sensibili quali: chiese e luoghi di culto, cimitero, ospedale, scuole di qualsiasi ordine e grado, parchi giochi, teatri, cinema e luoghi di aggregazione“. Sembra una prosa da anni Sessanta e Settanta, quando alcuni magistrati facevano sequestrare certe riviste in edicola. Ma tornando al Di qua o di là, quanto vi turbano i sexy shop? Ritenete che non siano degli esercizi commerciali con pari dignità di altri? Insomma, Sexy shop sì o no? Non chiediamo se ci siate mai entrati, anche se ovviamente lo scopo del post è questo. Si esprimerà anche la redazione di Indiscreto. 

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