Basket

Sassi sul cuore

Oscar Eleni 20/10/2025

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Oscar Eleni, accompagnato dalla cicogna di Agropoli, in fuga dal centro commerciale, per trovare rifugio nella “Linea d’ombra” trevisana dove garantiscono un bel viaggio fra astrazione ed impressionismo. Grande pittura da Picasso a Van Gogh, lontano da grandi catastrofi fra Kiev, Gaza, i bunker dove si rifugeranno in pochi se lasceranno liberi dal manicomio gli  Stranamore della politica che giocano con le atomiche. Bombe e sassi che uccidono.

Balle che intossicano il sistema e allora meglio seguire il fenomeno del basket Wembanyama, il ventunenne francese nato nell’Ile de France, che va  verso i 2 e 30 di altezza, tornato sul campo dopo essere stato fermato da una trombosi alla spalla destra, capace di rimettersi  in viaggio cercando la sua anima  in un tempio buddista a Shaolin, prima che arrivasse la finanza a controllare i conti, e poi giocando a scacchi sui tavoli di Central Park, aspettando di tornare in campo con  gli Speroni di San Antonio dove non troverà più il maestro Popovich, rimasto in società come presidente, ma Mitch Johnson. Col kung fu ha cercato di superare le barriere del dolore e della paura e questa lotta, lui che in gioventù faceva judo e il portiere di calcio, lo ha reso più forte.

Beato il fenomeno e lo diciamo  guardando tristemente la  finestra della stanza dove il guerriero Achille Polonara sta ancora combattendo la sua battaglia per la vita, in coma farmacologico.

Tormenti che rendono davvero difficile arrivare all’ora solare fra finti trattati di pace, bombe sempre vere, proiettili che  arrivano al cuore, alla testa, come le pugnalate del femminicida malvagio e quelle del vigliacco vendicatore fuori dalla discoteca, come le sassate dei malvagi travestiti da tifosi a Rieti dove allenare  embra la cosa più difficile, come ha capito il maestro Ciani nella prima conferenza stampa dopo aver perduto all’esordio, quando fu minacciato e non ricevette solidarietà dagli stessi politici che oggi si dissociano da quella banda di mascalzoni, magari gemellata con gli stessi che a Verona hanno fatto danni.

Certo che si sta meglio nel tempio buddista, certo che si vive meglio senza andare nel gorgo delle polemiche calcistiche mentre crocifiggono due o tre allenatori alla settimana, inventano viaggi verso mondi irraggiungibili per rendere impossibile il lavoro da Trieste in giù, da Roma a Bergamo, passando per Torino e magari San Siro in attesa che lo abbattano. Epicentro del disagio a Genova per un calcio che sembra morente, nube tossica anche sulla Napoli campione d’Italia nella domenica andata male anche alla squadra femminile, festa onorata solo dalla squadra di basket.

Respira bene, si fa per dire visto lo smog, la Milano gioiosa che in settimana ha recuperato  a Kaunas l’anima dell’Armani che sembrava perduta in Baviera, la città dei grattacieli  nati nel peccato, in guerra  su troppe cose per sentirsi allegra anche  dopo aver applaudito Inter e Milan al vertice del campionato, nel giorno in cui la capitana Egonu ha portato le pallavoliste alla supercoppa, il primo trofeo della società che da Monza si è fatta adottare dalla grande città, la prima che in Italia ha spodestato dopo anni le fenomenali guerriere  di Conegliano che nei prossimi giorni, insieme alla squadra di basket di Treviso, andranno, con incenso speciale, a bonificare le tribune del Palaverde.

Le campionesse per ritrovare  i santi protettori di tutti questi anni gloriosi, i cestisti per cercare di capire  quanto sono lontani dalla Benetton che faceva storia  ai tempi in cui Gherardini ancora non sapeva di dover salvare il basket italiano malaticci anche se la settimana europea delle regine di Milano e Bologna sembra consolatoria,  capace di farci capire l’ottimismo di Luca Banchi che  ha promesso una Nazionale con grande futuro, capace  di creare uno stile che vada bene per la prima squadra e anche per la nazionale under 15. Sperem.

Alle pagelle, dice la cicogna irrispettosa che cerca di volare altrove. Accontentata.

10 A BASKET VISION per il Domenicale che De Mori ha dedicato a Costantino Ruggiero, l’uomo che ha creduto nell’ultima legione in difesa di un basket, per lui, toscano di classe, “gli era arte dell’elevazione.”

9 A BRESCIA e TRAPANI le uniche imbattute nella serie A, la prima esaltando Ivanovic, la seconda prendendo il meglio da Eboua dopo la settimana santa di Petrucelli.

8 A TRENTO come società, come squadra di basket allenata bene, giovane, bella, dove CANCELLIERI sa che il CRESPI al lavoro individuale gli darà ogni giorno giocatori  migliori. Diverte vederli questi  ragazzi del nuovo millenio anche quando, dopo aver riempito bene secchi di latte, lo prendono a calci.

7  Al RICCI che sembra davvero il capitano di ventura di un vecchio basket forse estinto. Laureato in matematica, immerso nei grandi progetti di aiuto all’Africa della casa Armani, uomo che sa farsi ascoltare al CONI come consigliere, cestista che, magari, fa un 5 su 5 da 3 a Kaunas e 1 su 7  dalla stessa linea a Sassari dove con Booker però ha portato fiori a MESSINA, santo e maledetto  negli stessi giorni per chi non è mai soddisfatto, un maestro triste che stava rubando a Bulleri la gioia della prima vittoria nel campionato che per Sassari sarà inferno.

6 Alla NAPOLI di MAGRO che sembra l’unica felice in città nella settimana dei tormenti per  Antonio CONTE. La squadra cresce e  potrebbe anche sorprendere come REGGIO EMILIA che sta andando alla grande.

5  A UDINE se si farà prendere dallo sconforto dopo questo inizio senza vittorie  nella casa dei padri. VERTEMATI ha soltanto bisogno della fortuna e, magari, di un uomo in più.

4 A TREVISO che sembra davvero distante dai sogni della società e del ROSSI che sperava davvero di poter  vere di più da giocatori che sulla carta sembravano anche bravi.

3 A SCOLA se non ripulirà il campo dove si perde troppe volte la squadra di basket  varesina che sembrava rinata nelle mani di Kastritis. Qualcuno, tipo MOODY, magari dovrebbe  già fare le valige.

2 A Dino MENEGHIN che nella prefazione del magnifico lavoro di Fossati, il libro  che parla anche di basket, l’azzeccato “Lavarsi il cuore”, ci ha fatto venire nostalgia di tempi che sembrano davvero troppo lontani.

1 A PESARO, del bravissimo SPIRO LEKA, capolista in A2, perché  ci farà soffrire  per tanti mesi mentre tutti sogniamo il ritorno  nella massima serie di una società che ha fatto storia. Certo far soffrire vincendo è meglio per tutti come direbbe l’amico GIULIANI.

0 Alle TROPPE PARTITE  che riempiono più le infermerie dei palazzetti. Ci vorrebbe una protesta,  servirebbe buon senso e la frusta per cacciare davvero i mercanti dal tempio e fare un vero censimento sui giocatori bravi e quelli che portano via il posto a giovani che poi ci mollano, per  cercare in altre scuole la strada giusta che dovremmo invece offrire noi.

info@indiscreto.net

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