Polizia o studenti?

26 Febbraio 2024 di Stefano Olivari

Polizia o studenti? Con chi stiamo per quanto riguarda i ‘fatti’ di Pisa e non soltanto di Pisa? Mettiamo fatti tra virgolette (e dovremmo anche scrivere ‘studenti’) perché è troppo facile dire che la nostra opinione dipende da quanto è realmente accaduto durante la manifestazione di venerdì scorso pro Palestina. Di certo c’è soltanto che il corteo non era stato comunicato alla Questura ed in ogni caso non era autorizzato, poi le versioni differiscono e tutto diventa narrazione: gli studenti che si battono per la pace e manganellati contro i poliziotti che hanno dovuto evitare guai peggiori, magari che la manifestazione arrivasse sotto la sinagoga.

In tutto questo Mattarella ha commesso un clamoroso errore di comunicazione, degno degli ultimi dei Ferragnez, con una nota (“L’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli“, eccetera) che al 100% degli italiani è sembrata un’accusa alla Polizia. Un tempismo che non si ricorda abbia usato in altre occasioni, visto che il manganello non è un’invenzione di settimana scorsa. I quirinalisti, cioè gente usata come megafono quando il presidente della Repubblica vuole lanciare un messaggio senza metterci la faccia, si stanno affannando a puntualizzare e spiegare, ma è evidente che Mattarella si sia schierato con quelli che per convenzione chiamiamo studenti. I proverbiali trentenni barbuti in testa alle manifestazioni di liceali dei nostri tempi, che evidentemente hanno generato altri trentenni barbuti. E se invece in testa a quei cortei ci fossero state teste rasate, magari anche loro con un libretto universitario discutibile?

Tornando a noi, ecco questo Di qua o di là per tifosi, prima ancora che i fatti vengano accertati, ed anche trasversale, essendo molto trasversali il partito garantista e quello legge e ordine. Come al solito dichiariamo il nostro voto: in assenza di responsabilità certificate siamo sempre stati con la Polizia e non per poter citare Pasolini a caso, ma perché le piazze hanno dinamiche imprevedibili a prescindere dal motivi delle manifestazioni, con il confine fra repressione e prevenzione sempre sottile. Poi è ovvio che nei cortei ci siano sia studenti veri, in buona fede, sia professionisti della violenza. Polizia o studenti? Noi al bar possiamo scegliere, ma un presidente della Repubblica dovrebbe stare con la Polizia.

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