Più di una meteora

22 Febbraio 2012 di Alvaro Delmo

di Alvaro Delmo
Dobbiamo essere riconoscenti a Rosalba Pippa, in arte Arisa. E per varie ragioni. La prima è perché quando al suo esordio, nel 2009, si presentò sul palco di Sanremo con un look buffo e anacronistico finì per spiazzare tutti con una canzone apparentemente banale ma capace di entrare subito di diritto nei classici della musica italiana. Meritandosi inoltre il premio della critica oltre ad aggiudicarsi il primo posto nella categoria Proposte. Fuoco di paglia? Eppure già la scelta coraggiosa di duettare con Lelio Luttazzi avrebbe dovuto far capire che non ci si trovava di fronte alla solita meteora da tormentone.Il ritorno a Sanremo l’anno dopo con Malamorenò era però sembrato una sorta di tentativo di ripetere il successo di Sincerità con un’altra filastrocca dai sapori retrò, accompagnata da un look più evoluto ma sempre caratterizzato da occhiali particolari. In realtà si trattava solo di una fase di passaggio per poi sbarcare come ospite fissa della trasmissone Victor Victoria su La7 sparigliando un po’ le carte di chi magari la credeva (o sperava fosse) solo una macchietta o poco più, confidando in un inciampo per farsi quattro risate. In realtà nel corso delle puntate Arisa è riuscita a dimostrare di essere una interprete di buon livello confrontandosi con diversi classici, di vario genere, adattandoli senza timore al suo stile. 
E veniamo all’ultimo Sanremo, successivo alla sua partecipazione nel ruolo di giudice al primo X-Factor targato Sky. Affiancata da Mauro Pagani nella veste di direttore d’orchestra nonché produttore artistico, la cantante genovese (di nascita, ma cresciuta a Pignola in provincia di Potenza) si è in tutti i sensi tolta la maschera sorprendendo anche i più scettici non solo per la qualità del brano portato in gara (La notte) ma anche per l’interpretazione emozionante (ed emozionata) che ne ha saputo dare. Per noi avrebbe meritato il premio della critica e forse anche il gradino più alto del podio (si è classificata seconda dietro Emma), ma tant’è.
La cosa ancora più interessante è che il suo album Amami, con tanto di copertina rivelatrice, si è già arrampicato nelle prime posizioni di iTunes. Attraverso la musica in formato digitale sta quindi riuscendo (o almeno speriamo ci riesca) a portare un genere poco commerciale (qualcuno potrebbe banalmente definirlo vecchio) negli auricolari dei più giovani. E lo sta facendo senza urlare. Un’altra ragione, insomma, per ringraziarla considerato anche che, da quello che abbiamo potuto ascoltare, tutto il disco si mantiene qualitativamente ben sopra la media dei nostri giorni. Insomma, oltre il personaggio questa volta c’è di più.
Alvaro Delmo, 22 febbraio 2012
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