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Attualità

Perché la gente vota Trump

Stefano Olivari 17/01/2024

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Perché la gente vota Donald Trump? Il trionfo nelle primarie repubblicane nell’Iowa, con il 51% dei voti rispetto al 21,2% di Ron DeSantis e al 19,1% di Nikki Haley, nonostante l’ostilità di gran parte del partito e dei suoi grandi finanziatori, è stato ogni oltre aspettativa, dei suoi tifosi e a maggior ragione del giornalista collettivo occidentale. Non è che significhi nomination sicura per la corsa alla presidenza, ma è un ottimo inizio. Che fa felici soprattutto i democratici, visto che secondo la maggior parte dei sondaggi quel che rimane di Biden perderebbe contro tutti e tre i principali aspiranti alla nomination repubblicana, ma contro Trump si potrebbe giocare la carta giudiziaria e soprattutto quella della chiamata alle armi contro il cattivo.

Noi anche per motivi di età speravamo nella Haley, che comunque si sta scaldando per il 2028 e che in caso di altre batoste potrebbe considerare l’ipotesi di fare la candidata vicepresidente di Trump: non è fantapolitica, visto che nel 2016 Trump le aveva offerto di fare il segretario di stato e poi l’avrebbe nominata rappresentante degli Stati Uniti alle Nazioni Unite. Chiudiamo qui la nostra parte da Rampini-Riotta dei poveri e veniamo al punto, con buona pace del pensionato PD che guarda la Gruber e finge di ridere con Zoro: perché la gente continua a votare Trump? E per gente intendiamo tutti, non il presunto canottierato che guarda NFL e NASCAR, visto che Trump ha stravinto in ogni ceto sociale e fra i laureati. Ci sembra una domanda interessante, perché molti di quelli che lo votano, e se fossimo americani noi stessi in un ballottaggio con Biden voteremmo Trump, si rendono conto benissimo dei suoi limiti senza bisogno di copiare il New York Times.

Le spiegazioni possibili sono tante. La più scontata è che Trump nonostante un’estrazione sociale ed una vita non proprio da outsider sia percepito come l’unico candidato anti-establishment. Fondata è anche la teoria che vuole Trump argine al politicamente corretto e alla cultura woke dominante sui media, nelle università e nelle grandi aziende, quindi amato da chi considera questa deriva, questa perdita di identità, il primo problema dell’America e dell’Occidente. Molto diffuso anche il pensiero che Trump rappresenti l’America bianca, ma secondo un sondaggio di dicembre di Politico ha più che raddoppiato il consenso (17% contro l’8 del 2020) fra gli afroamericani, con punte del 22% negli swing state. Molto trasversale è il consenso per Trump, a prescindere delle idee politiche di partenza, fra chi vuole un’America che si faccia nella sostanza gli affari suoi, senza scatenare, finanziare e combattere guerre in mezzo mondo.

Nostra personale idea è che Trump sia in ogni caso percepito come più vero di qualunque altro candidato repubblicano o democratico, per la sua mancanza di ipocrisia: può dire il falso, e l’ha detto spesso, ma è un veramente falso (cit.) che non è ipocrita. Forse ci sono anche altre spiegazioni e le chiediamo ai competenti, meglio se residenti o ex residenti negli Stati Uniti, tenendoci per la fine quella che qui al bar pensiamo sia la sua arma letale: l’antipatia spaziale di gran parte dei suoi nemici, gente che non ha guardato o comunque non ha capito Fahreneit 11/9 e Michael Moore in TrumpLand.

stefano@indiscreto.net

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