Palle perse con Pozzecco

5 Luglio 2022 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dal televisore vesuviano di casa di Teocoli– Caccamo, illuminata dal sole di mezzanotte per la gioia di chi ha visto anche Zelig rivisitato. Lui, il Teo, che amava il Petisso, avrà sicuramente capito cosa ci passava per la mente quando nella  telecronaca Sky si elogiava tutto  della Nazionale sottratta a Sacchetti e affidata a Pozzecco, persino le palle perse, palleggiandosi sui piedi, per cercare di andare in fretta. Ohilà. Ma cosa diceva il Meo ai suoi giannizzeri? Non se la prendevano con lui per quel basket dell’anima, li mortacci loro ai sostenitori della difesa, per quel tira appena sei libero. Passarsi la palla, attaccare sempre. Sarà colpa del tono di voce. Meglio quella rauca ed emozionata del Poz che tutte le signorie del basket vorrebbero avere a servizio.

Felicità è vedere una squadra che alla fine si abbraccia per aver dato il primo successo ufficiale all’allenatore che sa sussurrare ai cavalli.  Vera gioia per aver violato il “terribile” campo olandese di Almere. Sia chiaro che abbiamo scritto gioia e non altro per evitare di finire nelle liste presidenziali di proscrizione, per poca fede, come succede nella guerra malvagia fra chi dice a Putin quello che si merita Putin e chi dice la stessa cosa, ma non lo ritiene l’unico mostro in scena davanti al bottone rosso che spara bombe a grappolo e riscalda le atomiche.

Tutti in piedi a gridare viva il Poz, viva davvero. La cosa che ci ha colpito di più nell’occhio spiritato del genio è che lui temeva davvero Buscaglia e i suoi cavalieri orangisti. Di certo non avrà pensato che una scivolata sul tulipano avrebbe potuto costargli detenzione nella prigione del Petrucci allenatore ad honorem per aver fatto il militare a Cuneo. Di sicuro un po’ di paura la doveva avere se quando ha preso tecnico, per la beatificazione un punto in meno, invadendo il campo, si è girato come un cobra nell’istante in cui il senior assistant Recalcati cercava di riportarlo entro le righe.  Doveva sentirla davvero la sfida dove Franke e De Jong stavano mettendo in discussione i suoi esterni, ma poi è stato inno alla gioia. Primo posto nel girone di qualificazione mondiale già garantito dalla espulsione dei russi, ma la vittoria ha sistemato le cose per la finestra ottusa di fine agosto. Prima della rognosa Spagna di Scariolo ci sarà da regolare i conti con l’Ucraina, lui però da pacifista, e la Georgia dello Shenghelia che ieri ha proprio battuto gli spagnoli.

Nei giorni caldi dove il Belgio ha mandato ancora in castigo la Serbia noi di Azzurra Fremebonda ci godiamo il bel Fontecchio visto in Olanda, registriamo i progressi di Biligha che da Hines e Messina deve aver imparato come si vive da centri bonsai, riconosciamo al Poz un legame giusto e speciale con Spissu che sa guidare bene una squadra sul campo, felici che Polonara possa anche tornare in Italia, contenti che Brescia, con i minuti concessi a Petrucelli, americano di origini casertane, possa tesserare come italiano questo leone che ha dato tanto in campionato.

Non chiedeteci degli altri, a parte il bel Tonut da risistemare nella scatola Armani. Il capitano Datome ha accettato di starsene più in panchina che sul campo dove comunque qualcosa ha dato. Per il resto baci e abbracci a tutti, persino al Pajola frastornato che secondo i sapienti dovrebbe ritrovare il se stesso perduto nelle finali e anche in Olanda con il camp estivo di Dallas. Enigmatica la presenza assenza del Della Valle che secondo san Virginio Bernardi sembra più orientato a dollari esteri che agli euro della Brescia dove, magari, lo rivorrebbero dopo esserci rimasti così male il giorno in cui annunciò, ringraziando, si capisce, che considerava chiusa la sua esperienza rivitalizzante nel sistema Magro, cura salvifica nel campionato appena concluso da capocannoniere.

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