Mancini e Lippi

23 Luglio 2020 di Stefano Olivari

Mancini o Lippi? Non è uno dei nostri soliti ‘Di qua o di là’, ma il tema di tanti articoli dei prossimi due anni dopo la bella pensata del presidente federale Gravina, che vorrebbe nominare direttore tecnico delle nazionali italiane proprio il commissario tecnico campione del mondo 2006, disoccupato dopo la brutta fine dell’avventura cinese. Lo ha già incontrato, all’insaputa di Mancini (come rivelato dal Corriere dello Sport), e il settantaduenne Lippi si è detto felice di chiudere la sua carriera in azzurro.

Facili i confronti con l’estero, dove al di là delle denominazioni questa figura è spesso un manager (esempio più famoso Oliver Bierhoff per la Germania) e non un allenatore, facilissimo ricordare quanto accadde quattro anni fa quando la stessa idea venne a Tavecchio, con Lippi che addirittura scelse la guida della Nazionale maggiore (il suo amico Ventura) prima di rinunciare all’incarico per conflitto di interessi, avendo il figlio (Davide, di recente siamo stati nel suo locale milanese, il Pulley) procuratore.

Adesso, esattamente da maggio (quando si dice il caso), il regolamento è cambiato e Lippi potrebbe senza problemi essere direttore tecnico e responsabile delle squadre nazionali, quindi teoricamente essere un superiore gerarchico di Mancini. Non è un mistero, e nella nostra miseria l’abbiamo scritto due anni fa, che Gravina non sia tifosissimo di Mancini: niente in particolare contro di lui, molto contro il fatto che se lo sia trovato già scelto da Malagò. Un presidente del CONI che certo le recenti polemiche sulla ripresa dei campionati non hanno avvicinato alla FIGC.

Cosa succederà adesso? Intanto la nomina di Lippi deve diventare ufficiale, il classico ‘manca solo la firma’ significa che le firma ancora non c’è e quindi tutto può accadere. Ma tutto il resto, gli incontri e la volontà della federazione, fa già parte della realtà ed è una realtà che difficilmente Mancini potrà accettare anche se a memoria con Lippi non ha mai avuto problemi personali. Anche perché Lippi non andrà certo ad allenare le donne o l’Under 21, né tantomeno la Nazionale maggiore: avrebbe solo un ruolo di supervisione che Mancini pensava spettasse a lui, una sorta di titolo onorifico.

In definitiva non pensiamo che pur stizzito Mancini rinuncerà tanto facilmente alla panchina della Nazionale, dove sta facendo bene, dove ha creato un buonissimo ambiente e dove facendo tutto meglio rispetto alla gestione precedente (impossibile del resto fare peggio). Ma certo questa di Lippi direttore tecnico non sarebbe una mossa intelligente da parte di Gravina: un marcamento del territorio, tipo i cani o i gatti che pisciano, che aggiungerebbe zero alla carriera di Lippi e toglierebbe molto alla serenità della Nazionale.

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