Attualità

Madoff è morto ma l’avidità no

Stefano Olivari 14/04/2021

article-post

Bernie Madoff, la mente di una delle più grandi frodi finanziarie della storia, è morto in carcere a quasi 83 anni, per insufficienza renale, mentre stava scontando una pena comminatagli nel 2009 e che sarebbe durata, se non abbiamo contato male, fino al 2159. Non proprio un genio creativo, Madoff, perché lo schema Ponzi non lo ha inventato lui, ma di sicuro una persona abilissima nel guadagnare la fiducia di clienti e investitori anche non sprovveduti. Del resto come si fa a non fidarsi di uno che è stato presidente del Nasdaq all’inizio degli anni Novanta?

Sulla quantità di soldi rubati, o se vogliamo ‘deviati’, da Madoff le stime divergono, ma di sicuro i 65 miliardi di cui si parlò all’epoca sono un’esagerazione: dopo mille perizie e ricerche, il fiduciario nominato dal tribunale ha stimato in 17 miliardi di dollari i soldi versati dai clienti di Madoff e finiti nel crack della Bernard L. Madoff Investment Securities. Di questi 17 nel corso degli anni ne sono stati restituiti 14, come si è letto sul Wall Street Journal, il che non significa che Madoff sia diventato una brava persona ma solo stabilire qualche proporzione. I 65 miliardi al massimo sono il valore teorico, oltre che falso, raggiunto dagli investimenti che Madoff millantava di aver fatto.

Una storia umanamente triste, anche dal punto di vista di Madoff e della sua famiglia. Con i clienti truffati che nella gran parte dei casi, però, erano tutt’altro che ingenui. All’inizio Madoff pescò le sue vittime fra le famiglie ebraiche statunitensi più ricche (Madoff stesso era ebreo, anche se di estrazione sociale medio-bassa), ma poi si allargò coinvolgendo hedge fund, di quelli gestiti da gente con otto master, ed anche singoli piccoli investitori che lo vedevano come un santo. Una cosa però bisogna dire: molti investitori, soprattutto i più grossi, sono riusciti ad avere indietro addirittura di più di quanto investito attraverso una serie di accordi singoli.

Certo, non le somme a cui pensavano di essere arrivati dopo aver letto i report di Madoff, ma senz’altro di più di quello che avevano versato in origine. Insomma, alla fine a perderci sono stati i medio-piccoli che non si sono organizzati con uno studio legale di quelli cattivi, genere Suits. Madoff è morto, ma la stupida avidità di chi pensava davvero di avere quadruplicato il suo patrimonio è sempre viva. “Tutti erano avidi”, questa la frase più famosa e fondata di Madoff.

La vicenda è già diventata carne da fiction (con Richard Dreyfuss nei panni di Madoff), quindi è sufficientemente pop per durare nel tempo. Perché dietro alle maschere ci sono le persone. La moglie Ruth che gli ha creduto oltre l’evidenza, per poi non parlargli più. I figli, coinvolti con vari gradi di consapevolezza, morti uno per suicidio (Mark, impiccatosi al guinzaglio del suo cane) e l’altro (Andrew) di cancro. Più tutta una serie di persone a metà strada fra l’amicizia e il lavoro, in cui tutti ci siamo prima o poi imbattuti. Perché anche se il concetto è banale bisogna ricordarlo: puoi essere truffato solo da qualcuno del quale ti fidi.

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    Il Muro del 2025

    Lo spazio per commentare l’attualità extrasportiva senza bisogno di un post scritto superficialmente o fatto scrivera all’AI…

  • preview

    Perché gli atleti hanno scelto il poker come passatempo preferito?

    Uno spogliatoio umido, muscoli ancora caldi, battute che volano dopo l’ennesima partita tirata. E poi, all’improvviso, qualcuno lancia la proposta: “Ci facciamo una partita a poker stasera?”. Succede spesso. Il poker sta diventando, sempre più, il passatempo preferito di tanti atleti. Non solo perché è divertente, ma perché allena la testa. Concentrazione, intuizione, strategia: le […]

  • preview

    La salute mentale delle lavoratrici del sesso: sfide invisibili dietro il glamour

    Quando si parla di lavoro sessuale, l’attenzione pubblica tende a polarizzarsi tra due estremi: da un lato l’immagine romantica e patinata di escort di lusso e libertà economica; dall’altro uno scenario cupo fatto di sfruttamento, degrado e disperazione. Tuttavia, tra questi due poli narrativi si nasconde una realtà complessa e poco discussa: la salute mentale […]