Basket

Lupi solitari

Oscar Eleni 30/01/2012

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di Oscar Eleni
L’estinzione dei finti professionisti, l’emancipazione degli italiani, l’inferno di Cinciarini, i rinforzi di Siena, la nuova storia della Reyer e la vendetta Benetton. Pagelle a Brugnaro, Meini, Pianigiani, Gentile, Douglas-Roberts, Morosini e Meneghin.


 

Oscar Eleni alla ricerca del lupo grigio e solitario che sta facendo impazzire gli americani. Un viaggio dall’Oregon verso la California senza fermarsi neppure un giorno a pensare come devono sentirsi Mike D’Antoni, che continua a perdere, e Sergio Scariolo, che ha smesso di perdere, senza perdere tempo alla fonte dei sospiri dove tutti aspettano per il consiglio federale di fine settimana la famosa rivoluzione dei campionati. Sappiamo che nessuna soluzione accontenterà chi finge di avere avuto idee migliori, è certo che la riforma porterà all’estinzione molte società fintamente professionistiche, restituendole al loro mondo che è quello dei dilettanti.
Di sicuro non aiuterà subito il giocatore di scuola italiana ad emanciparsi, ma, prendendo come esempio l’ultima giornata, pensando al ragazzo Gentile che tiene a galla Milano prima che Cavaliero porti le bombole della salvezza al momento in cui la barca di Scariolo era più che inclinata, guardando il De Nicolao che elettrizza Treviso, il Meini o il Fantoni del vero cuore Reyer, all’altro Gentile che rianima Casale, facendo finta di non vedere gli alti e bassi degli strapagati azzurrabili in circolazione, possiamo dire che qualcosa si muove.
Anche se quello su cui contavamo di più, in fatto di evoluzione della specie, il Cinciarini che Cantù, coraggiosamente, ha lanciato anche in Eurolega, sta passando giorni infernali perché ha perso la fiducia della curva, ma, soprattutto, sembra aver perso il sostegno del Trinchieri che “si è rotto i coglioni” e vorrebbe un play americano, nel rimpianto di quelli passati che pure lo facevano arrabbiare, perché, si sa, il pesce puzza sempre dalla testa e allora è meglio dire che la testa è quella di chi governa il gioco sul campo piuttosto che farsi venire qualche dubbio sui generali. No, i generali vanno protetti, ammesso che pensino soltanto a fare i generali e questo accade sempre meno in basketlandia perché la separazione delle competenze disturba, anche perché ci sono invasori incompetenti che circolano nel pollaio travestititi da galline ovaiole. Insomma, è stato giusto che Milano lasciasse a Scariolo la scelta di Bremer che ha evitato, in questo modo, il ritorno in città, del Jaaber dalle grandi qualità atletiche, dalla sicura vocazione religiosa, ma anche dalle cadute improvvise di motivazione , dalle scomparse senza giustificazioni nei momenti in cui serviva averlo con il fucile carico. Ora vediamo come reagisce Cantù a questa esigenza che sembra forte.
Non sappiamo, invece, cosa farà Siena valutando la sconfitta contro la Reyer che ha dominato fisicamente, quando era importante, che ha fatto capire come le riserve di energia nei campioni non siano quelle solite, anche perché i “rinforzi” Rakocevic e Thorthon vanno sempre in terza marcia e il Montepaschi non può permetterselo neppure contro una neopromossa.
A proposito. Questa Reyer è davvero la squadra del giorno, la società dell’anno. Lei, il suo presidente vulcanico, l’allenatore Mazzon che ha sempre creduto nel miracolo se avesse avuto la possibilità di resistere fino alla mezzanotte della prima giornata di riammissione. Lui e il suo staff. Certo che deve fare una grande rabbia a tutti gli altri questa esplosione vera della gloriosa Reyer dalla memoria lunga, capace di ricordare nella giusta maniera un grande uomo come Giulio Geroli, suo giocatore e poi allenatore fino all’età dell’oro dei tempi di Ligabue, Lelli, Zorzi, De Respinis e poi Carrain. Li prendevano in giro quando pagavano la consulenza di Peterson, li tormentavano quando hanno dovuto arrendersi nella gestione della squadra femminile, li hanno contestati quando hanno preferito il Palaverde all’ospitalità padovana. Sono rimasti in plancia, nessuno ha potuto dire loro cosa cazzo dovevano fare dalla capitaneria di Lega, adesso sono ammessi alle finali di coppa Italia ed è molto probabile che possano essere la vera mina vagante anche nei play off che portano allo scudetto. Per il momento sarebbero gli avversari di Cantù e a Torino si metteranno sulla strada della Scavolini dal cuore grande, che ricordando il giovane avvocato Scariolo del primo scudetto gli ha fatto portare dagli inguardabili Cavaliero e Lydeka le bombole d’ossigeno che servivano a Milano per riemergere prima di dare un bacio allo squalo bianco della contestazione interna, più feroce dei verdoni da tribuna, più pericoloso delle murene che non ci mettono molto a far circolare la voce su giocatori che ti giocano contro. I giocatori, insegna il calcio, spesso non sono tutti leali, ma molto spesso, come è si è visto a Roma, nella stessa Milano, in certe società con difficoltà nei pagamenti, sono fragili davvero, peccano perché il culetto mangia pigiama.
Tornando alla Reyer, al suo pienone nel Palaverde costruito dai Benetton, questa società può vantarsi davvero di aver anche vendicato il Gilberto in fuga che se ne va dal basket proprio perché non ne poteva più degli inchini fatti da tutti gli altri alla supremazia imposta da Minucci con il Monte alle spalle. Capita che certe cose combacino quando meno te lo aspetti e siamo sicuri che Giorgio Buzzavo, mai ambiguo nell’attaccare il sistema senese e l’appecoronamento generale, ha fatto una corsa da Asolo al Palaverde appena si è accorto che avrebbe potuto almeno vedere che faccia facevano i campioni battuti sul campo dove i padroni veri del territorio hanno conosciuto la stessa ebrezza quando Gelsomino Repesa li ha portati addirittura a vincere in Toscana. No, il Montepaschi pentacampeon, esatitolato alla ricerca dell’ eptaorgasmo tricolor, per l’esasperazione generale adesso che hanno tutti il sospetto di non poterlo più prendere per la coda, non è davvero un lupo grigio in estinzione. I grigi che possono diventare cari estinti potremmo essere noi che diventiamo idrofobi davanti alla musica fracassona, alle cazzate nel dopo partita, alla presunzione di chi non sa scegliere la parte in commedia e recita sempre calpestando i piedi dell’altro e, soprattutto, del vangelo sportivo che andrebbe rispettato in estate, a carnevale e pure in quaresima di risultati. Pagelle dal bosco dove accarezziamo il lupo chiamato Viaggio dal popolo televisivo che fa il tifo per una sua caccia profiqua alla ricerca della compagna per la procreazione.
10 A Luigi e Federico BRUGNARO perché questa Reyer è la più umana delle creature in un basket dove pensano di metterti in un angolo soltanto perché possono governare il gregge. No, esistono lupi grigi e lupi amaranto e bisogna fare attenzione.
9 Al MEINI di Pescia, esordiente in serie A1 con la Reyer, per quel tuffo che ha deciso la partita contro i campioni indirizzata così bene dal polacco Szewczyk. Chi era al Palaverde ricorderà tutti i canestri, ma soprattutto il tuffo.
8 A Simone PIANIGIANI che nella stagione con più sconfitte tiene fisso lo sguardo sulle mete finali, non esagera più come quando era un cacciatore spietato nel nome della gloria da costruire per il suo casato, sa prevedere e gestire i cali di tensione di una squadra che gioca al meglio con le risorse che ha.
7 Alla famiglia GENTILE che quando decide di pensare positivo lo fa tutta insieme: vince Alessandro con la Milano malata, vince babbo Nando con Veroli f
ebbricitante, vince Stefano con Casale Monferrato che aveva già la testa sotto la ghigliottina della retrocessione.
6 Al DOUGLAS-ROBERTS che ha elettrizzato la Virtus, dando la spinta che serve ad una società sempre alla ricerca di fratellanza con la pilla per la gestione, perché la fratellanza con il cuore della vera Vu nera la si vede ogni domenica sulle tribune: calati gli abbonamenti, ma non le corse per pagarsi il biglietto e questo è il messaggio per chi non crede e non parla chiaro.
5 A “La7” che ci aveva fatto venire i complessi con questi flop degli ascolti perché poi abbiamo scoperto che le grandi firme ingaggiate non alzano molto gli ascolti della rete alternativa che se ha voglia di battersi non deve farlo pensando alla gola delle sponsorizzazioni, ma alla qualità dei prodotti. Il basket è un buon prodotto anche se lo vendono come merce di scarto.
4 A Nestore MOROSINI, giornalista ormai in pensione, firma vulcanica nei tempi d’oro del calcio, firma dell’automobilismo, ma, soprattutto, inguaribile appassionato di basket con il peso di essere davvero pesarese a tutti gli effetti perché a metà partita fra Milano e la squadra di Dalmonte, quando ancora non erano visibili tutte le bombole d’ossigeno portate per rianimare l’Emporio, ha detto una verità che dovrebbe far male persino al tifoso neroazzurro Scariolo: ”La Scavolini è come l’Inter, butta via tutto il latte con un calcio”. Ci ha preso e per questo ci fa rabbia perché non lo vedevamo al basket da anni.
3 Agli AGENTI che non hanno spinto i loro giovani amministrati di scuola italiana a preferire squadre dove avrebbero giocato ed imparato piuttosto che a fare panchina mangiandosi le mani. Non tutti hanno la fortuna di incontrare dei Sasha Djordjevic sulla strada come direbbe Danilo Gallinari prima dei ragazzi di Treviso.
2 A Dino MENEGHIN se non ripensa alla candidatura per la presidenza perché rivederlo in gioco sarebbe un cinema Paradiso per tutte le maschere sciocche che in questo carnevale scatenato da Petrucci dovrebbero cambiare pannolone.
1 Al LUOGO COMUNE ”I giocatori non hanno più alibi” appena si manda via un allenatore. Nelle società serie i giocatori non dovrebbero avere mai alibi dal primo giorno di allenamento.
0 Alle SOCIETA’ che non cacciano via subito giocatori sospettati di ammutinamento sul campo, a gente che per fare dispetto alla moglie allenatore taglia i zebedei ai compagni, ma anche alle società che non dichiarano ufficialmente di essere in grave ritardo coi pagamenti rimettendosi alla cassa comune della Lega per garantire almeno l’eguaglianza competitiva prima che arrivi la falce sulla nuova serie A unica a 16 squadre professionistiche, punto e basta con le finzioni.

Oscar Eleni, 30 gennaio 2012

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