Liquidità sui conti correnti e fallimento dei BTP Futura

16 Luglio 2020 di Stefano Olivari

Quanti soldi ci sono nei conti correnti in Italia? 1.641 miliardi di euro, dato al 31 maggio 2020, contando conti correnti in senso stretto, conti deposito e pronti contro termine. Se poi vogliamo restringere il discorso ai soli conti correnti, quelli da cui poter fare un bonifico istantaneo fra un minuto, siamo in zona 1.100 miliardi. Si possono fare grandi analisi, ma i numeri dicono che in un anno la liquidità totale in Italia è cresciuta di 115 miliardi. Più della pioggia di denaro seguita, in teoria, ai vari decreti del governo Conte, raggiungendo quasi il 70% del nostro debito pubblico.

Attenzione: non stiamo parlando di ricchezza in generale (impossibile da stimare, vista l’incidenza degli immobili che non sono certo tutti vendibili: comunque oltre i 10.000 miliardi) e nemmeno di ricchezza finanziaria (azioni, obbligazioni, fondi, risparmio gestito), ma di pura e semplice liquidità improduttiva. Che nei mesi di lockdown è addirittura aumentata, fra calo dei consumi e timore di investire in qualsiasi cosa. In altre parole, citando un Rino Formica d’annata, il convento è povero ma i frati sono ricchi.

Il punto però è che i frati nella quasi totalità dei casi non sono diventati ricchi rubando, come i compagni di partito (socialista) ai quali si riferiva Formica, ma risparmiando dopo avere pagato imposte su quanto guadagnato. Se invece di risparmiare, mettendo comunque a disposizione i loro soldi delle banche, che a loro volta avrebbero potuto finanziare le aziende produttive invece di chi si fa presentare da qualche loggia massonica, queste persone avessero speso tutto in coca e mignotte adesso questa liquidità da aggredire per pagare i navigator magari non esisterebbe (spacciatori e magnaccia magari porterebbero i soldi in Svizzera, non sarebbe certo strano). Insomma, tassare ciò che è già stato tassato, punendo chi risparmia, è un comportamento che quasi giustifica l’evasione.

Ma cosa volevamo dire? Ah sì: che il collocamento dei BTP Futura è stato un fallimento: 6,13 miliardi di euro piazzati quando le stime erano di circa il doppio ed il ricordo dei 22 miliardi di BTP Italia di maggio era ancora freschissimo. Ci sta: la struttura del BTP Futura non era esaltante, come avevamo già scritto, ed il premio al rischio paese era troppo basso rispetto a titoli analoghi con scadenza 2030, per non parlare degli evidenti problemi sul mercato secondario. Per questo crediamo che ad uno dei prossimi giri con il cappello in mano verrà proposta-imposta la scelta fra tassazione e sottoscrizione di cattivi titoli di Stato.

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