L’Inter può finire come lo Jiangsu?

1 Marzo 2021 di Indiscreto

L’Inter può finire come lo Jiangsu Suning, cancellato dalla sera alla mattina a pochi mesi dal titolo vinto e dopo anni di mega-investimenti, molti dei quali con la giusta percentuale nelle tasche di Kia Joorabchian, e stipendi pesantissimi? Da Ramires a Miranda, da Capello a Eder… La risposta è no, perché per fortuna non siamo in Cina e perché lo Jiangsu non interessa a nessuno, mentre un club italiano qualificato per la Champions League può sempre essere almeno svenduto.

Certo è che il controllo sociale già è difficile con proprietà italiane (si pensi ai fallimenti di Napoli, Lazio, Torino, Fiorentina, eccetera), figurarsi con quelle straniere. La riforma da fare in Serie A sarebbe quella sull’azionariato alla tedesca, altro che la media company. Va detto che chiunque sia il proprietario dell’Inter l’anno prossimo si troverà servita una squadra sempre da scudetto e da ottavi facili di Champions e un gruppo dirigenti-allenatori abbastanza coeso, a patto di pagare gli stipendi, i fornitori (capitolo finora non aperto) e tutti gli altri buchi lasciati dagli Zhang mentre i loro tristi addetti stampa mascherati da giornalisti (in questo senso il modello Juventus è stato raggiunto) ci spiegavano la bellezza dei naming rights e del nuovo logo.

Il giudizio definitivo sull’era Zhang all’Inter non dipenderà dall’eventuale scudetto, ma dal modo in cui usciranno di scena. Se cioè lasciando macerie e mezza squadra da vendere oppure no. In questo quadro in parte inatteso si riaprono le possibilità per Antonio Conte di rispettare l’ultimo anno di contratto prima di aspettare il metaforico cadavere di Mancini per il ritorno sulla panchina dell’Italia. Una proprietà ancora più invisibile di questa, come un fondo di investimento inglese, renderebbe di fatto lui e Marotta i veri padroni dell’Inter.

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