Cinema

La musica di Carlo Verdone

Paolo Morati 18/11/2020

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In questi giorni tutti a festeggiare i 70 anni di Carlo Verdone. Lo facciamo anche noi ma senza parlare di cinema, bensì di musica, partendo dalla citazione dell’Enciclopedia a fascicoli dei Colossi della Musica che in Borotalco (1982) il protagonista Sergio Benvenuti/Carlo Verdone è impegnato a vendere porta a porta. Per arrivare alle canzoni che nello stesso film compaiono come colonna sonora decisiva.

Stiamo parlando di cinque brani – due di Lucio Dalla (L’ultima Luna – nei titoli di testa – e Cara) e tre degli Stadio (Chi te lo ha detto, Grande figlio di puttana, Un fiore per Hal) – presi rispettivamente dagli album del 1979 e del 1980 di Dalla e dal primo del gruppo capitanato da Gaetano Curreri. E proprio Un fiore per Hal è secondo noi una di quelle canzoni che restano impresse nella memoria, tra l’altro con la voce di Ricky Portera, con il testo (e poi la voce) di Dalla e la musica di Fabio Liberatori, presenza quest’ultima costante nei suoi film. Un brano che su disco è lunghissimo, con un ampio spazio strumentale.

Poi Verdone è anche il biografo non autorizzato di Jimi Hendrix in Maledetto il giorno che ti ho incontrato (1992), film oltre che dalle tradizionali ansie dominato appunto dalla musica di Hendrix, così come il fallito produttore discografico Ulisse Diamanti, con il suo negozio di vinili, in Posti in piedi in paradiso (2012). E ancora c’è il coinvolgimento di Antonello Venditti in Troppo Forte (1986) e l’uso di tanti brani storici d’epoca in Compagni di scuola per contestualizzare il ritrovo generazionale.

Ma forse la musica indimenticabile è proprio quella dell’esordio di Un sacco bello (1980), firmata nientemeno che da Ennio Morricone (compositore anche per il successivo Bianco, rosso e Verdone), con quei titoli di coda caratterizzati dal leggendario fischio di Alessandro Alessandroni, che avevamo già sentito esibirsi in Lo chiamavano Trinità

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