La Davis di Panatta e Canè

16 Novembre 2012 di Alvaro Delmo

Coppa Davis

Comincia oggi a Praga presso la O2 Arena la centesima finale di Coppa Davis, tra Repubblica Ceca e Spagna, quest’ultima orfana di Rafa Nadal. L’appuntamento – aperto da Radek Stepanek e David Ferrer – ci rimanda indietro a quando l’insalatiera era per noi qualcosa di televisivamente irrinunciabile, a cominciare dalla finale persa dall’Italia nel 1980 proprio in quel di Praga.

Giocata nella Tesla Arena contro l’allora Cecoslovacchia, vide Adriano Panatta, Corrado Barazzutti e Paolo Bertolucci (più Gianni Ocleppo) cedere tra le polemiche alla squadra composta da Ivan Lendl e Tomáš Šmíd. Polemiche che poi si sarebbero riproposte anche in altre occasioni, compresa la semifinale del 1996 persa contro la Francia a Nantes, quando su un over rule errato, poi decisivo, il visibilmente alterato Adriano Panatta, capitano non giocatore, afferrò il seggiolone dell’arbitro australiano Wayne McEwen scuotendolo. Dopo un’altra semifinale persa nel 1997 contro la Svezia, l’Italia (stavolta guidata da Bertolucci) si rifece nel 1998 arrivando a sfidare gli scandinavi in finale a Milano. Ma un grave infortunio in corsa di Andrea Gaudenzi tolse fin dal primo giorno le speranze di un possibile trionfo.

Del resto la Coppa Davis è (era?) anche questo, con le sorti degli incontri talvolta nelle mani dei giudici di linea (di casa) altre in quelle della resistenza (fisica e psichica) degli atleti, complice un’atmosfera sugli spalti capace di tirare fuori il meglio o mettere una pressione insopportabile sulle loro spalle. Atmosfera ben percepibile anche davanti allo schermo, con un ultimo ricordo che corre indietro a una sfida conclusasi eccezionalmente di lunedì.

Era il 5 febbraio 1990 e tornammo di corsa a casa da scuola per assistere alla continuazione della partita tra Paolo Canè e Mats Wilander. Tra turborovescio, palle profonde e tocchi sopraffini, il tennista bolognese, supportato ancora una volta dal paziente Panatta, vinse. La Svezia si arrese dunque all’Italia (in squadra a Cagliari c’erano anche Omar Camporese e Diego Nargiso) per 3-2, il tutto sottolineato dalla epica telecronaca di Giampiero Galeazzi. Era solo il primo turno ma sembrava la finale… potere della Davis.

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