La battaglia fra Panatta e Smid

5 Dicembre 2020 di Stefano Olivari

Panatta-Smid a Praga è una di quelle partite che spiegano come la vecchia Coppa Davis, quella prima del tabellone unico, introdotto nel 1981) e del giudice di sedia di un paese terzo, non sia da rimpiangere se non per il solito motivo (eravamo più giovani). Il 5 dicembre del 1980, esattamente 40 anni fa, l’Italia scese in campo contro la Cecoslovacchia per la sua quarta finale in cinque stagioni ed il match di apertura fu appunto quello fra Panatta e Smid. L’azzurro era già da tempo in declino mentre Smid, di 6 anni più giovane, era in forte ascesa e sarebbe arrivato in qualche anno al numero 11 del ranking ATP in singolare e al numero 1 nel doppio, con tanti partner diversi (Slozil il più frequente).

Panatta però sembrava in una di quelle sue giornate magiche, in cui tutto gli veniva facile: vinse in grande scioltezza i primi due set, rispondendo benissimo ad uno Smid che sembrava un fantasma (giorni dopo avrebbe raccontato di avere passato la notte precedente la partita sul water), iniziando bene anche il terzo set nonostante i tanti errori del giudice di sedia Bubenik. Poi sotto gli occhi del capitano Vittorio Crotta il solito crollo fisico alla Panatta, con diverse volée facili sbagliate ed uno Smid che poco a poco prendeva fiducia, protestando in maniera plateale su ogni punto contestato e caricando la folla. In questo clima del tutto calcistico, con presenti anche tanti tifosi italiani, si andò così al quinto.

Sputando sangue Panatta resistette fino al 3-3, quando dopo l’ennesimo punto contestato (una sua smorzata che Smid era riuscito a recuperare dopo che probabilmente aveva rimbalzato due volte) scoppiò l’inferno in campo e sulle tribune, con intervento di una polizia in assetto da paese comunista. Dal mazzo degli urlatori fu pescato Massimo Barca, notaio e fratello del senatore anche lui comunista, ma per sua fortuna di un paese NATO, Luciano (il padre di Fabrizio, ex ministro del governo Monti). Fu trascinato via e della cosa si accorsero anche il presidente della FIT Galgani e Panatta, che subito disse che se la situazione non si fosse risolta lui avrebbe abbandonato la partita. Dopo 40 minuti di trattative Barca fu rilasciato e Panatta finì il match di apertura perdendo 6-4 dopo più di 4 ore di battaglia, interruzioni comprese.

Poi un giovane ma già fortissimo Lendl triturò Barazzutti, dopo un buon inizio dell’azzurro, ed il giorno seguente Lendl e Smid vissero il punto decisivo nel doppio dopo cinque set pieni anche questi di polemiche e di trucchi alla sudamericana (tipo la temperatura dello spogliatoio italiano tenuta sotto lo zero), contro Panatta e Bertolucci. La Grande Italia del tennis maschile finì lì, ma dopo quasi quaranta anni potrebbe essere tornata. Non c’è più la Coppa Davis come l’abbiamo conosciuta, ma non è importante.

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