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Attualità

Il voucher di Paul McCartney e i barboni del calcio

Indiscreto 11/06/2020

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Fra Paul McCartney e il governo Conte viene istintivo a tutti noi schierarsi dalla parte del musicista che era l’anima dei Beatles, insieme al meno dotato, ma più funzionale ai giornalisti, John Lennon. La storia è nota: il decreto Cura Italia e quello Rilancio hanno di fatto concesso agli organizzatori di concerti (e non solo a loro) la possibilità di non rimborsare il pubblico per eventi saltati per il Covid-19 ma di emettere un voucher per eventi futuri da utilizzare entro 18 mesi.

Fra i mille concerti sono saltati anche i due di McCartney (o di quello che dal 1966 è il suo sosia) a Napoli (10 giugno) e Lucca (13), ma siccome nel 2021 l’ormai settantottenne mito non verrà in Italia il voucher emesso dagli organizzatori D’Alessandro & Galli (valore da 80 a 220 euro, a seconda del biglietto non utilizzato) varrà per altri loro concerti: ce ne sono di interessanti, da Lenny Kravitz a Eric Clapton, ma tante cose sono in teoria interessanti e non per questo paghiamo per vederle. Scelta che ha fatto infuriare l’artista, che su Facebook l’ha definito ‘un insulto per i fan’ visto che nel resto d’Europa l’annullamento ha portato al rimborso.

Insomma, gli italiani che hanno tirato fuori i soldi per concerti che non vedranno nel 2020 hanno nella sostanza finanziato gli organizzatori, indennizzandoli per i dubbi causati dalla pandemia e dai successivi divieti. Discorso che vale anche in caso di concerti dello stesso artista recuperabili in qualche modo nel 2021.

E con il calcio cosa accadrà, visto che si giocherà a porte chiuse? I club rimborserebbero gli abbonati, pro quota, gli darebbero un voucher alla Paul McCartney oppure niente? Su Altroconsumo abbiamo letto che le clausole scritte in caratteri microscopici dei contratti di abbonamento fanno sì che ben 9 club possano in punta di diritto fregarsene delle richieste degli abbonati rimasti senza partite. Sono Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio, Atalanta, Udinese, Cagliari e Genoa (secondo altre fonti anche Spal e Sampdoria): è loro facoltà, se non interverranno provvedimenti nuovi, non dare nemmeno il voucher. Clausole ai confini della legalità che consentirebbero di fare i barboni proprio con i propri tifosi più fedeli (Più sei buono e più ti tirano le pietre). Mentre stiamo scrivendo queste righe pare che ancora nessun abbonamento sia stato rimborsato per la quota non utilizzata e la stessa strada del voucher è difficile, visto che si giocherà a porte chiuse o con capienza ridotta per chissà quanto tempo.

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